Inceneritore di Roma, un geometra di Lanuvio diventa “famoso” e un’azienda di Pomezia si arricchisce: un intreccio che solleva dubbi

Una perizia striminzita, non giurata, che presenta passaggi lacunosi ed imbarazzanti alla base del maxi investimento di AMA. L’inchiesta della Procura di Roma potrebbe arrivare ad una svolta

ROMA – La storia legata alla costruzione dell’inceneritore di Roma è un intreccio di eventi che fa sorgere interrogativi sul funzionamento del sistema politico e amministrativo regionale, ma anche su come la giustizia spesso risulti troppo lenta o distratta nel fare luce su questioni che coinvolgono soldi pubblici.

Un geometra di Lanuvio, Umberto Linari, è al centro di questa vicenda, che ha già suscitato polemiche, soprattutto dopo che la sua figura è stata messa sotto i riflettori durante la trasmissione “Report”.

Umberto Linari scappa alle domande della giornalista di Report

Al suo fianco, un’azienda di famiglia di Pomezia, la Ecosystem (il titolare è Luca Ortolani, cognato di Linari), che ha ottenuto numerosi favori dalla Regione Lazio, tra cui aumenti significativi nelle volumetrie di rifiuti trattati e nell’aumento delle tariffe per il trattamento dei rifiuti.

Ma come si inseriscono tutti questi elementi in una vicenda che ha il sapore di favori e connivenze politiche?

Nel 2022, la società Ama, partecipata del Comune di Roma, ha scelto Umberto Linari per stimare il valore di un terreno situato a Roma-Santa Palomba, una zona destinata a ospitare un inceneritore di ultima generazione, con una capacità di trattare fino a 600mila tonnellate di rifiuti all’anno.

Il terreno in questione si trova proprio al confine con la discarica di Albano, gestita dal Gruppo Cerroni, che ha a lungo avuto un monopolio nel settore dei rifiuti in Lazio, e in passato aveva tentato, senza successo, di avviare un’operazione analoga con Ama e Acea. Si tratta di una zona strategica, con enormi implicazioni economiche e ambientali.

Il valore del terreno e le perizie ‘non asseverate’

Nel settembre e ottobre 2022, Linari ha redatto due perizie estimative sul valore del terreno, che ha poi venduto ad Ama per la cifra record di 7,5 milioni di euro.

Contratto_acquisto_terreno_santa_palomba (1)

Il contratto di compravendita tra Ama e la venditrice, una misteriosa signora francese, è stato firmato il 22 novembre 2022, e ha subito suscitato polemiche.

Il valore del terreno è stato stimato da Linari, ma c’è un aspetto che non può passare inosservato: le perizie non sono state asseverate, ossia Linari non ha giurato sulla loro veridicità in un Tribunale della Repubblica.

Linari relazione_tecnico_estimativa

Questo passaggio è fondamentale, perché quando un ente pubblico si affida a un tecnico per una valutazione, la perizia dovrebbe essere formalizzata e certificata in tribunale, con l’assunzione di responsabilità diretta da parte del professionista. Ma Linari non ha mai fatto questo passaggio, una scelta che lascia molte domande senza risposta.

Linari_integrazione

Il legame con la politica e il sistema

La vicenda si arricchisce di un altro aspetto, quello politico. A fine 2022, Nicola Zingaretti stava per concludere il suo secondo mandato da presidente della Regione Lazio. Uno dei più nefasti nella storia recente. Al suo fianco c’era il potente capocordata Daniele Leodori, attuale segretario del PD regionale, mentre Roberto Gualtieri, appena eletto sindaco di Roma, aveva assunto anche il ruolo di Commissario per l’Emergenza Rifiuti, in vista del Giubileo del 2025.

Eppure, in un contesto dominato dal PD, Ama, la società municipale, ha scelto proprio Linari, tra le decine di migliaia di geometri iscritti all’albo di Roma e provincia. Il sospetto di un favore politico è più che legittimo, soprattutto quando si considera che Linari è anche il genero del fondatore della Ecosystem di Pomezia, Massimo Ortolani, e cognato dell’attuale amministratore Luca Ortolani. Insomma, una serie di coincidenze che, se non sono proprio casuali, suggeriscono una rete di relazioni che potrebbe aver favorito l’operazione, e sollevano preoccupazioni sul conflitto di interessi.

Ecosystem e l’aumento dei rifiuti e delle tariffe

Ma la vicenda si arricchisce ulteriormente con il ruolo della società Ecosystem, che, proprio mentre Linari stava redigendo le sue perizie per Ama, ha ottenuto dalla Regione Lazio l’autorizzazione ad aumentare il numero di rifiuti trattati, passando da 250mila a 441mila tonnellate all’anno. Un incremento del 56% che è stato ufficializzato con la determinazione regionale G11985 del 13 settembre 2023. Lo stesso documento ha concesso un aumento significativo delle tariffe per il trattamento dei rifiuti, che sono passate da 184 a 216 euro per tonnellata, un +28,5% che ha generato un consistente aumento dei ricavi per Ecosystem. La revisione delle tariffe è stata confermata anche da una fattura del Comune di Albano per il 2023-2024, che attesta il pagamento delle nuove tariffe.

Albano 2021 per 2022 e 2023 Albano 2023 per 2024 e 2025

Gli impianti illegali e la politica che fa finta di niente

Una parte importante di questa storia riguarda l’impianto di trattamento meccanico (TM) che la Ecosystem gestisce a Pomezia. Si tratta di un impianto meno evoluto rispetto a quelli che vengono utilizzati per la gestione dei rifiuti, i cosiddetti impianti TMB (Trattamento Meccanico Biologico), e che secondo una sentenza del Consiglio di Stato sarebbe illegale. Nonostante ciò, la Regione Lazio non ha mai applicato questa sentenza, consentendo a Ecosystem di proseguire a trattare rifiuti con impianti che non rispettano le normative europee in materia di gestione dei rifiuti. Questo fa sorgere ulteriori dubbi sulla trasparenza e sulla legalità di quanto sta accadendo nel settore della gestione dei rifiuti nel Lazio.

La lentezza della giustizia e la politica assente

A fronte di tutte queste anomalie, la domanda che sorge è: quanto sta facendo la politica per fare chiarezza su queste vicende? Perché, nonostante le evidenti irregolarità, la giustizia sembra agire con una lentezza insostenibile, permettendo che situazioni come quella di Ecosystem continuino a protrarsi senza una risposta concreta.

Vito Consoli dirigente dell’area rifiuti in procinto di andare in pensione 

La politica regionale, che ha il compito di vigilare su queste operazioni e di garantire il rispetto delle normative, sembra essere più preoccupata di favorire certi gruppi che di fare il proprio dovere. E le indagini sulla gestione dei rifiuti, che dovrebbero essere tempestive e incisive, sembrano andare a rilento, dando così la possibilità a chi ha interesse a mantenere lo status quo di prosperare.

Il sospetto di connivenze politiche

Il geometra Umberto Linari, la scelta di Ama, la vicenda di Ecosystem e le lentezze della giustizia fanno sorgere un dubbio legittimo: c’è un sistema politico e amministrativo che favorisce, consapevolmente o meno, determinati gruppi a discapito dei cittadini?

Le coincidenze sono tante e gli intrecci politici e familiari non fanno che alimentare il sospetto che dietro queste operazioni ci sia qualcosa di più di una semplice coincidenza. È il momento che qualcuno faccia chiarezza su questi intrecci e che la giustizia faccia finalmente il suo corso in maniera trasparente, senza ulteriori ritardi che possano nuocere ancora una volta alla collettività.

Con il rischio che, come spesso accade, una vicenda che coinvolge denaro pubblico e aziende private finisca nel dimenticatoio, mentre i cittadini continuano a pagare il prezzo di operazioni che potrebbero essere ben più trasparenti e giuste.