Tarquinia risolve il conflitto mediorientale: Netanyahu in allerta, Trump in lacrime

TARQUINIA – Segnate questa data nei libri di storia: ieri il Consiglio Comunale di Tarquinia ha finalmente approvato la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Un atto di portata planetaria, guidato dal prode consigliere Piero Rosati del gruppo Alleanza Verdi Sinistra (AVS), che, con il supporto della maggioranza, ha ufficialmente trasformato Tarquinia nell’epicentro della diplomazia mondiale.

La notizia ha già raggiunto i piani alti della geopolitica. Secondo fonti non confermate (ma che ci piace inventare), il presidente americano Donald Trump (ancora convinto di essere in carica) si sarebbe svegliato sudato nel cuore della notte, mormorando: “Tarquinia… not again.”

Benjamin Netanyahu, dal canto suo, avrebbe annullato un incontro urgente col governo israeliano per seguire in diretta streaming i lavori del consiglio comunale tarquiniese, tremando di fronte all’“effetto Rosati”.

E mentre le strade di Tarquinia cadono a pezzi, il lungomare sembra uscito da un film post-apocalittico e i servizi comunali arrancano come un mulo con tre zampe, i nostri consiglieri trovano finalmente il tempo – e il coraggio – di occuparsi di politica estera. Altro che bilancio, buche, decoro urbano: qui si gioca la pace nel Medio Oriente!

Ma attenzione: non si tratta solo di una mozione simbolica! Il Sindaco è stato solennemente invitato a promuovere l’iniziativa presso altre amministrazioni locali e, tenetevi forte, a istituire un “tavolo della pace”. Perché si sa: nulla pacifica il mondo come un tavolo in una sala consiliare di provincia.

Ci uniamo quindi al cordoglio delle superpotenze mondiali, costrette a ricalibrare intere strategie diplomatiche a causa della svolta storica impressa da Tarquinia. Si vocifera persino di una telefonata d’urgenza tra Trump e Zelensky per capire se anche loro devono adeguarsi all’asse TarquiniaRamallah.

Nel frattempo, in città si respira aria nuova. Non quella dell’asfalto rifatto, dei servizi migliorati o delle scuole più efficienti, ma l’aria sottile e rarefatta dell’autocompiacimento. E poco importa se il Comune si sbriciola lentamente: l’importante è sapere che, da oggi, il Medio Oriente può dormire sonni più tranquilli.