TARQUINIA – È notizia di queste settimane la richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Civitavecchia nei confronti dell’ex sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, in merito al controverso episodio dell’abbattimento di alcuni cavalli avvenuto lo scorso anno nelle campagne tarquiniesi.
Una vicenda che aveva infiammato il dibattito pubblico, alimentando polemiche spesso pretestuose, in un periodo cruciale come quello della campagna elettorale.
I fatti risalgono alla primavera del 2024, quando un gruppo di cavalli vaganti, sfuggiti al controllo, si era spinto fino alle immediate vicinanze dell’autostrada Aurelia. Una situazione estremamente pericolosa, che metteva a rischio non solo gli animali stessi, ma soprattutto la sicurezza di automobilisti e cittadini. Le forze dell’ordine e i veterinari della Asl di Viterbo, intervenuti sul posto, avevano ritenuto inevitabile l’abbattimento per scongiurare tragedie potenzialmente gravi.
L’ex primo cittadino Giulivi, in quel momento al centro della scena politica locale, aveva firmato l’ordinanza di abbattimento attenendosi alle indicazioni degli enti competenti: carabinieri, polizia stradale e personale veterinario. Una scelta certamente dolorosa ma assunta per dovere istituzionale e responsabilità amministrativa. Nonostante ciò, fu immediatamente travolto da un’ondata di indignazione sui social, accusato da più fronti di aver agito con superficialità o, peggio, con secondi fini.
Oggi, a distanza di un anno, la verità emerge con maggiore chiarezza: la magistratura ha confermato l’assenza di responsabilità personali o politiche da parte di Giulivi, riconoscendo che l’intervento fu dettato dall’urgenza e da valutazioni tecniche di sicurezza pubblica.
“Non è stato semplice prendere quella decisione – ha commentato Giulivi dopo la notizia dell’archiviazione – ma il mio dovere di sindaco era tutelare la vita delle persone. Mi dispiace per l’odio ricevuto, spesso alimentato da strumentalizzazioni politiche. Oggi i fatti parlano da soli.”
Tarquinia – Purtroppo finisce il sogno dei quattro cavalli maremmani in fuga, sono stati abbattuti
La vicenda dimostra ancora una volta quanto sia facile, nel clima teso delle campagne elettorali, trasformare un’azione amministrativa in un caso mediatico, spesso ignorando le circostanze reali e la complessità delle decisioni pubbliche. E quanto sia fondamentale, invece, attendere il lavoro della giustizia prima di emettere sentenze affrettate.