La bravata del sindaco “col pollice verde” di fare l’accordo sulla gestione del territorio ha dato subito i suoi frutti
TARQUINIA – Alessandro Giulivi era un sindaco troppo ambientalista tanto da sembrare eccessivo. Centro storico pedonale, riserve naturali da preservare. Saline da recuperare. Pinete e litorale di Sant’Agostino e la Frasca da preservare.
Poi ha vinto Francesco Sposetti, agronomo, popolare nel mondo agricolo tanto da meritare il soprannome di “saettone“. Tra i suoi sostenitori i verdi ambientalisti. Quelli a chiacchiere ovviamente. Già perché finalmente iniziano ad essere evidenti i guasti ambientali di questa nuova amministrazione. Centro storico aperto alle auto e parcheggi selvaggi. Nei ristoranti all’aperto si mangia polvere e si respira smog.
Poi c’è il Lido. Abbandonato alla monnezza, alle erbacce dove l’incuria regna sovrana. Infine arriviamo a Sant’Agostino.
Come non ricordare il protocollo d’intesa storico tra il sindaco saettone e quello confinante di Civitavecchia Marco Piendibene.
Due comuni per gestire una porzione di litorale in parte chiuso da quell’ambientalista del sindaco precedente.
Tarquinia – Il “Protocollo della resa”: Sposetti svende Sant’Agostino a Civitavecchia
Parliamo di quel tratto incontaminato che inizia a metà de La Frasca e arriva a Sant’Agostino. Un vero tesoro naturalistico che era stato chiuso con un cancello per impedire il passaggio alle auto e la sosta selvaggia dei camperisti che tutto amano meno che i divieti.
Ebbene quel cancello è stato aperto e la telecamera è stata spenta. Non solo. I divieti che erano messi su due tabelle ai lati del cancello sono stati strappati.
Complimenti al sindaco agronomo che non ama la sua città come ha fatto credere in campagna elettorale. Basta vedere come è ridotta Tarquinia tra erba alta e monezza sparsa ovunque per avere una piccola idea.
L’importante per il sindaco e l’allegra brigata è cantare “Bella Ciao” fregandosene dei messaggi di distensione e sobrietà richieste dallo Stato.
Non c’è altro da aggiungere. C’è poco spazio per l’indignazione. La democrazia ha scelto questi politici ma guai a prendere per buone le promesse elettorali. Una sola parola: VERGOGNA!