Civitavecchia istituisce il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale

CIVITAVECCHIA – L’ultimo consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’istituzione della figura del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, dotandola di un regolamento specifico che ne disciplina funzioni, modalità di nomina, requisiti, poteri e modalità di relazione con l’amministrazione.

Una scelta di civiltà che rafforza l’impegno di Civitavecchia per la promozione dei diritti umani, della giustizia sociale e della dignità della persona.

Il Garante comunale, che sarà nominato dal sindaco attraverso una procedura ad evidenza pubblica, avrà il compito di tutelare e promuovere i diritti delle persone detenute o sottoposte a misure limitative della libertà, vigilando sulle condizioni di vita e facilitando il reinserimento sociale, in sinergia con gli altri livelli istituzionali, il sistema penitenziario, l’ASL, le associazioni del territorio e la rete dei Garanti regionali e nazionali.

“Con questa decisione – dichiara il Sindaco Marco Piendibene – ribadiamo il nostro impegno per una città che non lascia indietro nessuno. Il Garante rappresenta uno strumento di prossimità e di ascolto, capace di intercettare criticità e contribuire a percorsi di umanizzazione della pena e inclusione sociale. La tutela dei diritti fondamentali, anche nei contesti più difficili, è un valore irrinunciabile per la nostra amministrazione”.

“Abbiamo costruito questo percorso con attenzione, consapevoli dell’importanza di istituire una figura autonoma, competente e capace di relazionarsi con tutti i soggetti coinvolti – spiega l’assessora ai Servizi sociali Maria Antonietta Maucioni -. È un atto che rafforza la nostra visione dei servizi sociali: una rete integrata, inclusiva e attenta anche a chi vive in condizioni di estrema marginalità”.

A sottolineare il valore del provvedimento anche il delegato alle Carceri Corrado Lancia: “L’istituzione del Garante è il frutto di un confronto profondo e continuo con le realtà penitenziarie e con il Garante regionale. È un primo passo verso un rapporto strutturato tra Comune e istituti di pena, che favorisca l’osmosi tra comunità esterna e interna e contribuisca a costruire un tessuto di relazioni più umano e solidale”.