Presentati i nuovi premi, lo scorso anno erano stati assegnati a due viterbesi tornati il 3 settembre da Monaco di Baviera e Cremona
VITERBO – Nel suggestivo scenario del Monastero di Santa Rosa, nella sala quattrocentesca che custodisce i modellini delle storiche Macchine, sono state presentate le opere d’arte che andranno ai vincitori della seconda edizione del premio “Il Ciuffo e la Rosa d’Oro e d’Argento”. Un riconoscimento pensato per quei viterbesi che, pur vivendo lontano – in Italia o all’estero – tornano ogni anno il 3 settembre per assistere al Trasporto della Macchina di Santa Rosa.
Alla conferenza stampa erano presenti la sindaca Chiara Frontini, Suor Francesca Pizzaia del Monastero, il presidente del Consiglio comunale Marco Ciorba, il presidente del Sodalizio Facchini Massimo Mecarini, il capofacchino Luigi Aspromonte, l’ideatore e il costruttore della Macchina Dies Natalis, rispettivamente Raffaele Ascenzi e Vincenzo Fiorillo, e l’artista viterbese di fama internazionale Michele Telari.
I due premi, autentiche opere d’arte, portano la firma di Ascenzi, autore della Rosa d’Argento, e di Telari, creatore della Rosa d’Oro. Saranno esposti dal 26 agosto sul palco delle Cene dei Facchini, in Piazza San Lorenzo, per essere ammirati dai partecipanti agli eventi gastronomici a scopo benefico organizzati dal Sodalizio.
Le opere, che verranno consegnate il 3 settembre al Teatro dell’Unione, poco prima del tradizionale Giro delle Sette Chiese, raffigurano due intense immagini di Santa Rosa: una miniatura con la Santa che tende la mano verso il Signore e un ritratto a olio su foglia d’oro che immortala il suo volto rivolto al cielo.
Nel suo intervento, la sindaca Chiara Frontini ha ricordato che il premio è nato da un’idea condivisa con Mecarini, Ciorba e Fiorillo, raccogliendo il sentire di tanti viterbesi che, pur lontani, mantengono un legame profondo con la città e con il Trasporto. «Le iniziative legate alla Macchina di Santa Rosa – ha sottolineato – rendono questo evento unico nel mondo. Non è solo tradizione, ma un patrimonio immateriale che valorizza Viterbo come città medievale dalle tante eccellenze».
La presentazione si è chiusa con l’applauso e l’ammirazione dei presenti, che hanno accolto con emozione i due capolavori, i loro autori e un premio che celebra l’anima più autentica della città e della sua Dies Natalis.