La legge richiede “comprovata esperienza” ma la politica ha spesso messo a capo delle Autorità amici e colleghi rimasti senza poltrona o privi di competenze. Un centro di potere milionario, fra appalti, clientele e stipendi da favola. Agitato dalla imminente riforma, come mostrano le intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Potenza
di Paola Fantauzzi per L’Espresso
ROMA – Non c’era solo il petrolio in Basilicata nelle mire della lobby del greggio scoperta dall’inchiesta della Procura di Potenza. Sognava in grande, il “quartierino”, e si spendeva molto ancheper l’Autorità portuale di Augusta , dove – in vista dell’accorpamento con Catania, previsto dalla riforma che entrerà a regime nei prossimi mesi – puntava alla proroga di Alberto Cozzo a commissario straordinario.
A Piombino, invece, dal 2005 c’èLuciano Guerrieri, arrivato all’Autorità portuale dopo quasi dieci anni da sindaco dem. Confermato nel 2013 nella nuova veste di commissario, adesso l’ex primo cittadino è chiamato a gestire la fase di transizione che porterà all’accorpamento con Livorno. Dove c’è un altro presidente dal passato politico: l’avvocato Giuliano Gallanti, a lungo consigliere regionale in Liguria col Pci-Pds (nei primi anni Novanta fu anche vice-governatore) prima di lasciare nel 1996 per andare al porto di Genova.
Storia simile nella Salerno di Vincenzo De Luca, dove i numeri uno dell’Authority sembrano destinati a incrociare inevitabilmente il Parlamento nella loro carriera. Dal 2008 il presidente è Andrea Annunziata, deputato della Margherita dal 2001 al 2006, sottosegretario ai Trasporti del governo Prodi II e nominato pochi mesi dopo la caduta dell’esecutivo. Annunziata subentrò a un altro fedelissimo, Fulvio Bonavitacola, che invece ha compiuto il percorso opposto: terminato il mandato è stato eletto alla Camera col Pd, dove è rimasto fino ai mesi scorsi quando De Luca, divenuto governatore, l’ha voluto come suo vice alla Regione. Situazione non troppo diversa a Civitavecchia, dove nel 2007 il centrosinistra nominò Fabio Ciani, un ex parlamentare della Margherita che non si era mai occupato del settore.
FRONTE (GIUDIZIARIO) DEL PORTO
Non che il centrodestra si sia comportato diversamente, quando si è presentata l’occasione. Nel 2004 il ministro Lunardi nominò all’Authority di Savona Cristoforo Canavese, un ingegnere ed ex deputato leghista passato poi con Forza Italia. E a Trieste Marina Monassi, compagna del senatore Giulio Camber, uomo forte del Pdl in città e già sottosegretario socialista alla Marina mercantile col primo governo Amato.
Nel 2011 l’allora ministro Matteoli scelse invece per il porto di Cagliari il parlamentare Pdl Piergiorgio Massidda, medico specializzato in fisiokinesiterapia. Una nomina dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato due anni dopo “per la mancanza di un qualsiasi titolo di studio comunque implicante il possesso di competenze anche genericamente raccordabili con la materia”. Assenza di requisiti che tuttavia non ha impedito nell’autunno 2013 all’ex ministro Lupi di “promuovere” il collega a commissario straordinario. E di assegnare, sempre in quei giorni, lo stesso incarico per l’Autorità portuale di Olbia a un altro ex onorevole del Pdl, con licenza di scuola media inferiore: Fedele Sanciu, primo dei non eletti alla Camera. Due scelte che hanno portato la magistratura ad aprire altrettanti fascicoli d’inchiesta (poi archiviati) ipotizzando l’abuso d’ufficio.
Sempre grazie alle larghe intese nel 2013 Lupi ha nominato aPalermo commissario straordinario (e l’anno dopo presidente) l’ingegnere Vincenzo Cannatella, ritenuto assai vicino a Renato Schifani. Un tecnico che ha alternato e sovrapposto incarichi nel settore pubblico e in quello privato, dalle partecipate del capoluogo siciliano all’associazione di categoria delle autoscuole. E che, a rileggere alcune trionfanti dichiarazioni del passato, non ha mai nascosto le proprie simpatie: “Il ministero affidato a Gianfranco Miccichè e la riconferma di Enrico La Loggia costituiscono il chiaro impegno del premier Silvio Berlusconi al rilancio del Mezzogiorno” giubilò – manco fosse un politico forzista – in occasione del rimpasto di governo del 2005, quando guidava Asstra Sicilia, l’associazione delle società di trasporto pubblico dell’isola.
Adesso sul mandato pesa l’inchiesta che ha portato al sequestro di una parte del molo Vittorio Veneto , che vede Cannatella indagato per omissione di lavori in costruzioni pericolanti: pur sapendo che era a rischio, non sarebbe intervenuto per mettere in sicurezza la banchina.