Tutto rinviato alla seduta del 14 ottobre, tra il malumore dei presenti
VITERBO – Il dibattito sul conflitto israelo-palestinese previsto nell’ultima seduta del consiglio comunale non si è mai aperto. In agenda c’erano due mozioni: una del Movimento civico, che chiedeva di sostenere un cessate il fuoco a Gaza, e una di Fratelli d’Italia, che sollecitava i Paesi arabi a riconoscere lo Stato di Israele.
Pochi istanti prima dell’inizio dei lavori è arrivato anche un terzo documento, presentato dal Partito Democratico. Quest’ultimo chiedeva di riconoscere la Palestina entro i confini del 1967 come Stato indipendente e democratico, di interrompere la vendita di armi a Israele, di rafforzare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e di valutare eventuali sanzioni verso lo Stato ebraico.
Tre testi con posizioni molto diverse, che hanno reso evidente l’impossibilità di aprire una discussione unitaria. Dopo una riunione dei capigruppo durata circa tre quarti d’ora, è stata presa la decisione di rinviare il confronto alla prossima seduta, fissata per il 14 ottobre, con l’obiettivo di arrivare a un pronunciamento comune.
La scelta ha suscitato malumore tra i presenti in aula, in particolare tra i cittadini e i manifestanti filo-palestinesi che attendevano una presa di posizione immediata.
La sindaca Chiara Frontini, intervenendo a fine seduta, ha ribadito la linea dell’amministrazione: «Ringrazio i capigruppo – ha detto –. È mia priorità che il consiglio esprima una decisione condivisa. Viterbo deve affermarsi come città della pace e del rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli. L’appuntamento è al 14 ottobre, quando confido si possa arrivare a una sintesi».