Dalle promesse di rilancio alla penalizzazione: l’idea di “Tarquinia libera” rischia di affossare definitivamente la città
TARQUINIA – Verso l’ennesima scelta miope che colpirà cittadini e turisti.
Dopo settimane di “studio”, qualche incontro e molte discussioni, il Comune di Tarquinia ha partorito la sua nuova grande idea.
L’amministrazione targata Sposetti ha scelto di introdurre la tassa di soggiorno a partire dal prossimo anno. Un’idea che lascia perplessi e che sembra l’ennesimo segnale di una politica più attenta a fare cassa.
In un territorio che da anni fatica a costruire un vero circuito turistico completo, la risposta del Comune è quella di far pagare di più chi ancora sceglie di venire.
La “mossa” di Sposetti, va sottolineato, arriva proprio dove in passato la precedente giunta Giulivi aveva scelto la via della prudenza. All’epoca, infatti, era stato elaborato uno studio approfondito: Tarquinia non ha un tessuto turistico ampio, le attività ricettive sono poche e il flusso di visitatori più forte si concentra in soli tre mesi l’anno. La conclusione era stata chiara: una tassa del genere non avrebbe portato benefici, ma solo danni.
L’attuale giunta, sorda a ogni buon senso, tira dritto verso una decisione che sa più di accanimento che di visione. Forse qualcuno a Palazzo pensa che i turisti arrivino comunque, indipendentemente dai costi e dai servizi. Peccato che la realtà, come sempre, sia un’altra.
Non sorprende, quindi, che molti operatori e cittadini si siano già schierati contro quella che molti definiscono una scelta incomprensibile. C’è chi, con amara ironia, ha ribattezzato il primo cittadino il “Sindaco delle tasse”, un titolo che nessun amministratore vorrebbe guadagnarsi ma che, a questo passo, rischia di restare impresso a lungo.