Allarme nitazene in Italia: la nuova droga sintetica causa già vittime

Il “sostituto” della morfina ha effetti devastanti simili a quelli dell’eroina e del fentanil ma estremamente più potenti

BRUNICO (BZ) – Il 21 ottobre 2025 è stato riportato il primo decesso in Italia legato al nitazene, un potente oppioide sintetico, avvenuto a Brunico, in provincia di Bolzano. La vittima era un giovane di 28 anni che avrebbe assunto la sostanza acquistata online. Il caso segna l’arrivo in Italia di una droga già responsabile di numerosi decessi in Europa e nel mondo.

Il nitazene è stato sviluppato negli anni ’50 come alternativa alla morfina, ma non è mai stato approvato per uso medico a causa della sua elevata potenza e del rischio di overdose. Agisce sui recettori oppioidi del cervello, producendo effetti simili a quelli dell’eroina e del fentanil, ma con una forza decisamente superiore. Alcuni composti possono essere fino a cento volte più potenti del fentanil e fino a mille volte più potenti della morfina. La sostanza è spesso miscelata con altre droghe, come eroina, cocaina o farmaci ansiolitici, senza che l’utente ne sia consapevole, aumentando il rischio di overdose anche a dosi molto basse.

Il nitazene è difficile da rilevare nei test tossicologici standard, il che complica l’identificazione dei casi di overdose. In diversi Paesi europei la sostanza ha già causato numerose morti. Nel Regno Unito, tra il 2023 e il 2024, sono stati registrati centinaia di decessi, e in Scozia i casi sono raddoppiati in poco tempo. Anche in Estonia e Lettonia il nitazene è stato collegato a un numero crescente di morti per overdose, evidenziando una tendenza preoccupante di diffusione.

Il caso di Brunico rappresenta solo la punta dell’iceberg. La mancanza di test specifici e la scarsa consapevolezza tra utenti e professionisti sanitari potrebbero nascondere altri episodi non ancora riconosciuti. Per questo motivo, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi, promuovere comportamenti di riduzione del danno e garantire l’accesso a strumenti salvavita come il naloxone, che può invertire gli effetti di un’overdose. Allo stesso tempo, è necessario supportare i professionisti sanitari nella diagnosi e nel trattamento di casi legati a oppioidi sintetici così potenti, prevenendo ulteriori tragedie.