Viterbo – Violenza su tre donne conosciute online, il netturbino condannato ricorre in appello

Attesa per il 10 dicembre, quando si aprirà il processo d’appello per Ubaldo Manuali

Viterbo – Si aprirà il 10 dicembre a Roma il processo d’appello per Ubaldo Manuali, ex netturbino di Fiano Romano, già condannato in primo grado a 9 anni e 10 mesi di reclusione con l’accusa di aver drogato e violentato tre donne conosciute sui social network.

Nel processo davanti al tribunale di Viterbo, concluso il 14 ottobre 2024, Manuali era stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale plurima e di diffusione di video realizzati mentre due delle vittime erano prive di coscienza. Le immagini, secondo l’accusa, sarebbero poi state condivise con alcuni amici.

Le donne coinvolte — una residente a Mazzano Romano, una di Alatri e una di Capranica — si sono costituite parte civile e hanno ottenuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 26mila euro complessivi: 10mila euro per una di loro e 8mila per ciascuna delle altre due, in attesa del risarcimento definitivo in sede civile.

L’inchiesta era partita grazie alla denuncia di una cinquantenne di Mazzano Romano, che il 16 gennaio 2023 si era rivolta alla polizia raccontando di essere stata narcotizzata e violentata. Sul telefono dell’uomo, gli investigatori avevano poi rinvenuto anche i video di altre due aggressioni: una avvenuta il 25 settembre 2022 a Capranica e un’altra il 10 dicembre dello stesso anno ad Alatri.

Le indagini, inizialmente coordinate dalla procura di Tivoli, furono poi trasferite a Viterbo, dove si è svolto il processo. Manuali, descritto come un “piacione” e appassionato di cinema, era stato arrestato nel settembre 2023: dopo alcuni giorni in carcere, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari.

In appello, la difesa – rappresentata dagli avvocati Francesco Mazzini e Fabio Frattini – contesta la ricostruzione dei fatti e sostiene l’assenza di prove sufficienti per la condanna, chiedendo l’assoluzione dell’imputato. Le parti civili sono assistite dagli avvocati Bruno Novelli, Valerio Zappulla e Alessandro Moratti.

Il caso, che aveva suscitato grande indignazione nell’autunno scorso, torna ora in aula, dove sarà la Corte d’appello a decidere se confermare o riformare la pesante condanna inflitta in primo grado.