Pomezia si appresta a diventare il più grande deposito di rifiuti del Lazio: è il timore che corre tra residenti e associazioni, che annunciano iniziative pubbliche e una mobilitazione permanente a tutela dell’ambiente.
A innescare la scintilla è il via libera del Comune di Pomezia alla maxi-ristrutturazione proposta da Ecosystem S.p.A., il colosso locale del settore con sede in via della Solforata km 10,750, di fronte alla Riserva Naturale della Solfatara.
Il via libera comunale (con fondi PNRR)
Con Determinazione dirigenziale dell’8 ottobre 2025, l’amministrazione ha certificato l’esito positivo della Conferenza di servizi sul progetto finanziato con <strong (la quota di denaro pubblico non è stata resa nota). Il provvedimento consente la demolizione e ricostruzione “in sito” di un grande capannone in via della Solforata, parte di un più ampio piano di adeguamento degli impianti ai nuovi standard di trattamento.
Cosa prevede il progetto
- Ricostruzione del capannone entro la sagoma esistente, con impianti tecnologici aggiornati ed efficienti dal punto di vista energetico.
- Solare termico e fotovoltaico in copertura (potenza 115 kW).
- Schermature verdi lungo tutto il perimetro dell’ampliamento (essenze autoctone come cipressi, tuje, lauroceraso), pensate per mascherare l’impatto visivo e assorbire polveri e inquinanti.
L’intervento ricade nel comparto F industriale (zona D – attrezzature industriali) e ha superato le verifiche urbanistiche. La società ha versato oneri per poco meno di 50 mila euro.
Vincoli e prescrizioni
Il via libera non è incondizionato:
- Sismica: prima dei lavori va integrata l’autorizzazione; tutte le attività devono rimanere compatibili con il comparto F, destinato a industrie non nocive.
- Soprintendenza Speciale PNRR: finitura esterna uniforme grigio chiaro per un miglior inserimento paesaggistico.
- Vigili del Fuoco: elenco puntuale di misure antincendio (percorsi di esodo sempre sgombri, impianti certificati, rispetto delle norme tecniche più recenti).
- Regione, ASL, Comune: rispetto integrale delle prescrizioni riportate nei pareri tecnici.
Ecosystem, il nodo del ciclo rifiuti regionale
Il polo industriale di via della Solforata è stato potenziato nel 2024: la capacità annua è passata da 250 mila a oltre 440 mila tonnellate, includendo alcune migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi.
Negli ultimi mesi la società ha gestito ampliamenti e collaudi – tra cui il maxi bio-stabilizzatore per l’umido, più volte rinviato a regime.
Un’espansione che consolida Ecosystem tra i principali attori del ciclo rifiuti del Lazio, ma che, per i comitati, spinge Pomezia verso il ruolo di hub regionale dei rifiuti.
Un territorio fragile e le paure dei residenti
L’area è sensibile per la vicinanza alla Riserva della Solfatara. Restano vive le preoccupazioni su:
- emissioni odorigene,
- traffico pesante indotto dai conferimenti,
- qualità delle acque sotterranee.
Comitato e associazioni annunciano presidi, assemblee e accesso agli atti, chiedendo trasparenza sui fondi PNRR, controlli stringenti e indipendenti, oltre a un monitoraggio ambientale più fitto durante e dopo i lavori.
Trasparenza e controlli
Comune e Regione prevedono monitoraggi periodici e il rispetto delle condizioni imposte dai pareri tecnici. La documentazione è consultabile negli archivi comunali e regionali, nell’ottica di garantire partecipazione pubblica.
Il punto politico
Il progetto rientra nel bando PNRR per gli “impianti faro” dell’economia circolare e rappresenta – secondo la società – un salto tecnologico verso efficienza energetica e standard ambientali più elevati. Ma per i comitati il rischio è che, sommando capacità autorizzate e nuovi investimenti, Pomezia diventi il più grande deposito di rifiuti del Lazio.
La partita ora si sposta sul terreno dei controlli: tra innovazione industriale e salvaguardia ambientale, l’equilibrio dovrà essere garantito da verifiche serrate, ispezioni terze e un dialogo costante con la cittadinanza. Nel frattempo, la mobilitazione è pronta a partire.

