Il consigliere di minoranza commenta le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco in un’intervista e propone la soluzione. Il leader de La Svolta: “Sul ‘‘335’’ mente oppure gli uffici giudiziari stanno compiendo un abuso nei suoi confronti. Sono disponibile ad accompagnarlo per ‘‘attestare’’ la sua buona fede”
CIVITAVECCHIA – “Quanto dichiarato in una intervista dal Sindaco Cozzolino a proposito del suo ‘‘335’’ non sta in piedi”. Parola del capogruppo de La Svolta e consigliere comunale di minoranza Massimiliano Grasso.
“Secondo il primo cittadino – incalza – la Procura della Repubblica, oltre 3 mesi dopo la prima richiesta, ancora oggi non gli ‘‘darebbe’’ il suo certificato relativo ad eventuali iscrizioni nel registro degli indagati”. Tutto era partito da un articolo di Etrurianews in cui si parlava di una presunta indagine che riguarderebbe il sindaco Cozzolino, l’ex assessore Savignani e diversi tra amministratori del Pincio e delle società partecipate. Il tutto scatenato dalla denuncia presentata da alcuni dipendenti delle municipalizzate a fine agosto.
Da lì la richiesta di alcuni esponenti politici al Sindaco di mostrare il suo 335 per fugare ogni dubbio. Il capogruppo de La Svolta incalza: “Ora delle due l’una: o Cozzolino mente ed il suo “335” gli è stato consegnato già da tempo – prosegue il consigliere di minoranza – magari con una serie di annotazioni che il Sindaco non vuole che si conoscano; oppure, per non meglio specificati motivi, solo nel suo caso gli uffici della Procura, che solitamente evadono questo tipo di richieste in tempo reale, o al massimo in pochi giorni, starebbero temporeggiando, concretizzando un vero e proprio abuso nei confronti del Sindaco – dichiara Grasso – che politicamente ci sta rimettendo la faccia dopo aver dichiarato mesi fa in consiglio comunale di aver richiesto il certificato per poi darne lettura pubblicamente”.
Ma Grasso propone anche una soluzione. “Per evitare questo imbarazzo, se il Sindaco vuole – dice il leader de La Svolta – come consigliere di minoranza sono disponibile ad accompagnarlo in via Terme di Traiano, in modo da ‘‘attestare’’ la sua buona fede e che il clamoroso ritardo di cui parla nel rilascio del ‘‘335’’ non dipende da lui, ma dagli uffici giudiziari. Non voglio infatti nemmeno pensare per un attimo che Cozzolino sia un bugiardo quando dichiara certe cose ai giornali e che abbia l’ardire di mentire in modo spudorato anche dinanzi alla massima assise cittadina. Lunedì mattina – conclude Grasso – lo invito a recarsi con il sottoscritto in Tribunale per mettere fine a questa situazione che, per dirla con Flaiano, è grave ma non è seria”.