YouTube, è l’ora dei canali a pagamento!

YouTube, canali a pagamento con Channel Memberships

YouTube lancia una serie di opzioni per i canali più importanti: la Channel Membership consente un accesso in abbonamento mensile da 4,99 dollari.
Anche YouTube cede alle lusinghe dell’accesso a pagamento. A distanza di pochi giorni da YouTube Premium, infatti, ecco spuntare una nuova formula a disposizione questa volta non degli utenti, ma dei creatori di contenuti. Si chiama Channel Memberships e configura la possibilità di inserire una quota di abbonamento per poter accedere ai contenuti del canale in oggetti.

Channerl Membership
Potranno accedere al programma di Channel Memberships soltanto i canali al di sopra delle 100 mila sottoscrizioni. Il costo è fisso ed equivale a 4,99 dollari: tale cifra corrisponde al costo dell’abbonamento mensile che consente di accedere ad ogni qualsivoglia contenuto caricato sul canale. Insomma: nasce un vero e proprio nuovo modello di business, al quale potrà accedere presumibilmente soltanto una piccola parte della community degli youtuber.
Il problema non è raggiungere le 100 mila sottoscrizioni (limite al di sotto del quale è sicuramente complesso poter parlare di “modello di business”), quando pensare e produrre contenuti dal valore relativo talmente elevato e con una esclusività talmente importante da convincere gli utenti a passare da un modello free ad uno che preveda un pagamento a monte. YouTube nel promuovere la novità enuncia. i grandi successi derivanti dai primi esperimenti all’interno della Channel Memberships (“Mike Falzone ha più che triplicato le sue revenue”) e la cosa può forse aver senso in una logica internazionale ove su grandi numeri è più facile costruire community sufficientemente ampie. Appare lecito pensare che a livello italiano sia poco ipotizzabile un eventuale successo su questo fronte, se non per brevi e circostanziati exploit, ma occorre attendere gli youtuber nostrani alla prova dei fatti.

Merchandise
E per rafforzare ulteriormente questo tipo di approccio utente-youtuber, ecco introdotto anche il programma di merchandising dedicato: magliette e cover personalizzate per gli Youtuber al di sopra dei 10000 follower, ossia una partnership (solo-USA) che apre pressoché a tutti la possibilità di creare gadget utili a fidelizzare al proprio brand.

Premiere
E infine ecco la novità Premiere, uno strumento utile a potenziare il proprio canale con una serie di opzioni aggiuntive, la più importante delle quali è la possibilità di preannunciare e realizzare video “live” predeterminati (anche con flussi video pre-registrati) ove la community si raduna attorno al medesimo evento.

Ma è sufficiente tutto ciò? Se c’è una cosa che Google ha dimostrato fin qui di non saper fare a sufficienza è tutto quanto concernente il social networking. Google+ è rimasto la piattaforma ibrida che mai ha saputo imporsi e le novità ora introdotte su YouTube sembrano cercare nel coinvolgimento (e nella monetizzazione dello stesso) nuove risorse di crescita. La sfida è chiaramente a Facebook e Instagram, dove l’uso dei video si fa sempre più imperante, e YouTube si gioca la propria partita forte dell’immenssa repository che ha a disposizione (e delle relative interazioni con il motore di ricerca).

Gli strumenti introdotti non sembrano però poter far breccia più di tanto. Premiere potrebbe interessare sparute community, Merchandise è un’offerta solo-USA e la Channel Membership sembra andare oltre anche la logica degli influencer per cercare in piccole grandi nicchie la propria sede naturale. Tentativi abbozzati, insomma, che al netto del “senno del poi” appaiono deboli in una logica di medio termine. Ma la forza di YouTube è… nella forza di YouTube. E anche un tentativo abbozzato potrebbe dare i suoi risultati se gli obiettivi non sono di breve termine e se c’è tutto il tempo per poter sviluppare i correttivi necessari in questa lotta spalla a spalla con Mark Zuckerberg.