TARQUINIA – Non ce l’ha fatta l’ex vicesindaco di Forza Italia e ormai ex leader del movimento politico Rinnova a reggere l’umiliante sfiducia che i suoi primi sostenitori gli hanno rifilato la settimana scorsa.
Il portaborse di Alessandro Battilocchio, responsabile di Forza Italia a Tarquinia e “protetto” dall’alto (si fa per dire) Francesco Battistoni, Manuel Catini, la settimana scorsa aveva partecipato alla riunione degli storici fondatori del movimento politico Rinnova.
Il verdetto è stato pressoché unanime. Non c’è più spazio per chi, come lui, ha contribuito a sfasciare lo sfasciabile a Tarquinia. I suoi ex amici di viaggio lo hanno messo davanti ad un bivio, o chiarezza sulla sua unisona posizione troppo appiattita su Forza Italia e quindi un passo indietro o dimissioni dal movimento politico per non essere, successivamente, cacciato.
Lui, a forza di frequentare gente di altissimo livello politico (vedi Battistoni e Battilocchio) ha preferito temporeggiare. Le 48 ore sono diventate 96 e via via è scappato a quell’incontro che presto ci sarà, sì, ma per ratificare una decisione già presa.
Non può più esserci posto per chi ha creato problemi fin dal primo giorno del suo insediamento. Al di là della foto famosa del saluto romano (adesso ne gira un’altra dove nella stanza c’è anche lui) al misterioso caso del telefono scarico messo a riprendere vigore nell’ufficio privato del sindaco.
Nessuno è più disposto (a parte qualche caso isolato come Bebo Tosoni e dell’ormai estinto politicamente Silvano Olmi) a seguire le sue follie politiche che lo vedrebbero indicare proprio da Forza Italia come prossimo candidato sindaco del centrodestra.
Un sogno, una chimera. Questo è noto a tutti. Forza Italia o si adegua a partiti come la Lega, Fratelli d’Italia e le liste civiche di centrodestra che stanno sorgendo o dovrà cercare di riproporre l’alleanza di Governo anche a Tarquinia schierando con il PD. Certo, anche in questo caso come gregari perché nessuno ha più intenzione di farli sedere in posti di comando dopo le sciagurate esperienze di questo anno e mezzo con Pietro Mencarini sindaco.
Anche Gianni Moscherini, con una conferenza stampa tenuta qualche giorno fa, ha cercato di mettersi sul mercato: ” Se mi cercano sono disponibile”. Il telefono però non squilla. Chi dovrebbe cercarlo non lo cerca. Il suo “cantiere della nuova politica” sembra aver fatto la fine di uno di quei cantieri della Salerno – Reggio Calabria.
Fratelli d’Italia che sono stati i suoi più facinorosi sostenitori hanno deciso di abbandonarlo dopo che, alle elezioni provinciali dello scorso anno, non solo non ha mantenuto fede agli impegni presi ma, addirittura, ha appoggiato persone ostili proprio al movimento politico di Giorgia Meloni.
L’onorevole Mauro Rotelli, sul suo nome, ha imposto un vero e proprio veto e il suo più fedele sostenitore dell’epoca, Massimo Mottola, non può più aiutarlo.
Anche la Lega non lo vede proprio. Insomma. Se è vero che mancano ancora tanti mesi alla formazione degli schieramenti è anche vero che questo cataclisma politico scatenato dalle dimissioni di Mencarini ha fatto uscire di scena personaggi che fino a qualche mese fa erano in forte ascesa.
Parliamo proprio e soprattutto di Manuel Catini. Politicamente abile ma poco furbo ha, via via, perso il sostegno di tutti.
Ora la cacciata dal movimento Rinnova e dai suoi amici cofondatori sembra inevitabile come appare inevitabile, nel caso qualche facinoroso tenti l’impossibile, che la strada dello scioglimento sia l’unica percorribile per non lasciarlo nelle mani di chi, in un solo anno, l’ha praticamente distrutto.
Manuel Catini può avere un’alternativa e scegliere la strada politica intrapresa dall’ex collega portaborse Francesco Battistoni. Se quest’ultimo è riuscito a diventare senatore niente può escludere che lui possa diventare minimo Ministro.