Nell’ordinanza di sequestro preventivo firmata dal giudice per le indagini preliminari Francesco Filocamo qualcosa non quadra e, probabilmente, qualche finanziare che ha svolto le indagini sarà chiamato a rispondere del proprio operato
MONTALTO DI CASTRO – Mentre a piazza Felice Guglielmi gli uomini del Movimento 5 Stelle, capeggiati da Francesco Corniglia stanno allestendo un patibolo per l’esecuzione sommaria del sindaco Sergio Caci, del presidente uscente della Fondazione Vulci Carmelo Messina e per il direttore amministrativo Alessandro Fiordomi, leggendo le carte, soprattutto avvocati che masticano di penale, sono rabbrividiti.
Con un comunicato stampa, gli uomini delle Fiamme Gialle di Tarquinia, davano in pasto ai leoni da tastiera il sindaco e gli uomini della Fondazione Vulci e gli ex Mastarna.
Un comunicato che non lascia scampo a dubbi ed equivoci. Se un ufficiale firma in calce un comunicato stampa accusando queste persone di reati che prevedono una condanna esemplare fino a tre anni perché non credergli.
Certo. Però a leggere le carte, quelle del decreto di sequestro preventivo, davvero tante cose sono incomprensibili.
La prima cosa che balza agli occhi, anche a chi di giudiziaria non ne mastica per niente, è che ci sono nomi di personaggi che andrebbero indagati alla stregua dei tre sopracitati e che invece non sono stati, al momento, nemmeno sfiorati dall’inchiesta.
Se Francesco Corniglia ancora non è convinto sul come giustiziare i tre, magari con una veloce fucilazione, oppure impiccagione con nodo senza sapone, oppure essere clemente e dare un ergastolo di tre anni, chi non riesce ad essere convince è il contenuto stesso di quell’ordinanza.
Andiamo a pagina 25 (anche se alla fine leggerete 17). Ah già voi non ce l’avete allora la pubblichiamo noi.
Leggetela bene:
Come avete letto, in quasi tutti i casi contestati il nome riportato è quello di tale Carlo Casi direttore scientifico e archeologico della Fondazione Vulci.
A voi il nome non dice niente ma, ormai da quasi 15/20 anni, bivacca prima in Mastarna poi nella Fondazione Vulci grazie alla nomina politica imposta da un partito che oggi ancora si chiama Democratico.
Insomma. Carlo Casi usa la macchina della Fondazione Vulci, mette la benzina a spese della Fondazione, prenota stanze d’albergo, paga pranzi e cene a rotta di collo e mette sul conto della Fondazione e che succede?
Che tutte le spese, magari anche legittime del direttore Carlo Casi vengono accollate a Caci, Messina e Fiordomi.
Casi mangia, beve, fa magiare e dormire, usa la macchina della Fondazione, organizza pranzi anche con un certo Piero Angela e i finanzieri accollano le “sue” spese pazze a Caci.
Questo è l’inizio perché, con calma, vi raccontiamo voce per voce tutte le spese. Se non fosse tutto vero, ci sarebbe da…