Al “Maresciallone” l’oscar dell’ipocrisia. All’ex sindaco la “mazza d’oro” per aver frantumato il PD e il centrosinistra per l’accordo “sottobanco” con Moscherini
TARQUINIA – Sono due le storie da raccontare e che in questi giorni tengono banco nella città tirrenica dove la campagna elettorale è ancora attiva in vista del ballottaggio di domenica prossima.
La prima è il tentativo di Moscherini e Conversini di fare un apparentamento ufficiale. Non ci sono riusciti e forse perché alla fine, la base comunista dura e pura che ha sostenuto l’ex sindaco, fortunatamente, è riuscita ad impedirglielo.
Del tentativo ufficiale ne sono tutti a conoscenza. Anche delle telefonate fatte da Catini per chiedere modulistica e orari di chiusura utili per presentare il tutto. Dietro Conversini, dal primo momento ci sono due grandi sostenitori di Moscherini: Arianna Centini e Salvatore Flumini. (LEGGI QUI).
Prima volevano fare una lista con lui, poi hanno deciso, insieme a Conversini, di fare una lista per sfasciare lo sfasciabile per danneggiare la candidatura di Celli e del PD. Con la spaccatura avrebbero favorito Moscherini nel raggiungere il ballottaggio a danno proprio di Celli. Missione compiuta. Non erano e non sono paghi. Hanno messo in piedi ogni sorta di pressione pur di arrivare ad un accordo con Moscherini ma, a quanto pare, non ci sono riusciti perché, qualcuno, proprio non può stare né con Forza Italia né tanto meno con Fratelli d’Italia.
Giovedì Conversini farà una conferenza stampa, all’ultimo momento, ma servirà a poco. Sia se voglia sostenere Moscherini o decida per il voto libero. Troppo tardi. Avrebbe dovuto farla subito. In un solo mese si è giocato tutta la credibilità politica che si era costruito in una vita. Bocciato su tutta la linea.
Inoltre, per non dimenticare, il buon Conversini dovrebbe far sapere ai suoi sostenitori chi gli ha vidimato le firme per la presentazione delle liste. Sarebbe davvero interessante avere certe conferme.
L’altra storia triste è quella del collega (fa anche il giornalista) Silvano Olmi. Bravo ragazzo ma instabile politicamente. Nel 2017 si candidò e fu eletto nello schieramento che sosteneva Pietro Mencarini. A lui, in quella campagna elettorale, dedicammo un articolo sulla sua omofobia latente: #Tarquinia2017 – Altro che futuro, una campagna elettorale tra trogloditi, omofobi e ragazzi che sanno ammettere i propri errori
In quei giorni di campagna elettorale si lasciò andare a commenti sul candidato sindaco antagonista, Gianni Moscherini, orribili. Il più brutto quello di pedofilo. Moscherini dopo aver minacciato querele lo lasciò stare anche perché, in molti, cercano di gettare acqua sul fuoco. Non sappiamo se abbia mai chiesto scusa per quelle parole tremende.
Oggi sta dall’altra parte della barricata e, improvvisamente, si erge a moralizzatore pur non essendoci stato nessun attacco nei confronti di Moscherini pari alle sue omofobe offese.
Il massimo esempio dell’ipocrisia lo raggiunge con questo post:
Diciamo che il silenzio da parte sua sarebbe più decoroso. Tarquinia non è Roma. Le sue offese le conoscono tutti. Si dovrebbe vergognare solo a menzionare parole virgolettate come “macchina del fango”. Scritte da chi, senza pietà, descriveva Moscherini come feccia della società civile.
Che si sia ravveduto gli fa onore, ma almeno taccia e non dia lezioni morali a nessuno.