CIVITAVECCHIA – L’associazione ‘‘Asso-Consum’’ ha presentato un esposto alla Procura della repubblica di Civitavecchia per fare chiarezza sui fatti legati al Centro diagnostico Bramante di Civitavecchia.
A presentarlo è stato Ettore Salvatori il presidente e legale rappresentante dell’Associazione per la difesa dei consumatori, degli utenti e dei cittadini nel campo della vita, dei consumi consapevoli, dell’eco-ambiente, del territorio, dell’energia e delle telecomunicazioni.
Come si ricorderà l’operazione Manolesta della Guardia di finanza ha portato a sequestrare beni per 1,5 milioni. Il responsabile pro tempore della struttura U.S.R. (classe 1956), nonché le tre ex dipendenti, G.M. (classe 1979), F.S. (classe 1969) e A.S. (classe 1986), dovranno rispondere, a vario titolo, del danno arrecato alla Regione e alla Asl Roma 4 di Civitavecchia, per l’ammontare pari al valore dei beni sequestrati, in più furono diverse le denunce parallele.
“È del 20 luglio – si legge nell’esposto – la notizia per cui sono stati denunciati ex responsabili, medici e dipendenti per associazione a delinquere del Centro diagnostico di Civitavecchia. Nella fattispecie per falsi referti, falso in atto pubblico, falsificazione di registri informatici e truffa aggravata. Dal 2013 al 2015 le dipendenti del centro si sono intascate circa 200 mila euro in ticket e i medici hanno falsificato 14 mila referti, dal valore complessivo di 3 milioni di euro, inducendo i pazienti a sottoporsi a risonanze magnetiche con somministrazioni di mezzo di contratto, senza il consenso informato e senza anestesia”.
La Asso-Consum chiede quindi se siano stati effettuati da parte della Asl i dovuti controlli delle fatture e, in caso contrario, di chi siano le responsabilità.
L’associazione si riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali subiti dai cittadini e “dagli utenti in conseguenza della condotta sopra descritta” dicendosi a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento dovesse rendersi necessario con la richiesta di un intervento da parte della Procura “nella maniera più celere possibile nei confronti dei predetti soggetti al fine di evitare ulteriori conseguenze del reato”. Da qui poi la richiesta dell’Asso-Consum di essere informati di eventuali richieste di proroga delle indagini o di richieste di archiviazione.