Grido d’allarme del presidente della Compagnia portuale a seguito della pubblicazione dei dati relativi ai traffici del primo semestre 2019
CIVITAVECCHIA – Sale la tensione tra le banchine. I dati relativi ai traffici del primo semestre 2019 non fanno altro che confermare le preoccupazioni già evidenziate nei mesi scorsi dagli operatori dello scalo.
A preoccupare è soprattutto il drastico calo del settore merci, con le rinfuse solide che si attestano ad un -46,1% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Prendendo in considerazioni i dati del secondo trimestre 2019, i risultati in tutti i settori merceologici sono negativi. Il comparto che più degli altri ha accusato una consistente contrazione dei volumi movimentati, come confermato anche dal portale specializzato Informare, è quello delle rinfuse solide nel quale il traffico è stato di 617mila tonnellate (-38,5%), incluse 455mila tonnellate di carbone (-40,6%), 76mila tonnellate di prodotti metallurgici, minerali di ferro, minerali e metalli non ferrosi (-14,1%), 36mila tonnellate di minerali grezzi, cementi e calci (-35,8%), 4mila tonnellate di fertilizzanti (-73,5%), 4mila tonnellate di prodotti chimici (-62,3%) e 43mila tonnellate di altre rinfuse (-38,4%).
“Il porto è morto” ha tuonato il presidente della Compagnia portuale Enrico Luciani, pronto nei prossimi giorni a fornire i dati concreti di un agosto in agonia per il gruppo. Dopo la lettera inviata nelle scorse settimane ai vari livelli istituzionali, a partire dai vertici dell’Authority, nella quale sono state messe nero su bianco tutte le criticità attuali, la Cpc attende ora che la situazione affrontata senza tentennamenti.
“Non è più tempo di tergiversare – ha sottolineato Luciani – ben vengano i tavoli, ma che abbiano una finalità ed una strategia ben precise.
Oggi al porto manca proprio la strategia. E lo stiamo pagando quotidianamente. Siamo punto di riferimento per le crociere, finché vorranno, e non certo perché attratte dal territorio, ma perché siamo il porto di Roma. C’è chi lo ha voluto affossare negli anni. Vedi la questione del cantiere ex Privilege, del quale attendiamo una ripresa annunciata.
Vedi il caso di un terminal container fermo al palo, con Msc che continua ad investire su altri scali”. Il riferimento, in questo caso, è al recente inserimento del porto di Cagliari nel servizio feeder “Thyrrenian”, che attualmente riguarda i porti di Napoli, Gioia Tauro e Palermo. La prima nave arriverà nel porto sardo, colpito dalla chiusura del terminal di Contship, lunedì 2 settembre e che la nave dislocata nel servizio avrà una capacità di 1200 teu. La rotazione del traffico sarà Gioia Tauro, Palermo, Cagliari, Napoli e ritorno al porto calabrese. E di Civitavecchia neanche l’ombra. “La situazione in cui versa oggi la Compagnia portuale, purtroppo – ha concluso il presidente Luciani – rappresenta la cartina tornasole di una situazione che rischia di esplodere a breve”.