Magistrato, attuale Procuratore Generale dell’Umbria e già capo della Procura di Terni, Fausto Cardella potrebbe mettere d’accordo M5S e PD e correre per la carica di Presidente della Regione Umbria
Fausto Cardella. Questo il nome su cui Partito democratico e Movimento 5 Stelle potrebbero convergere in vista delle elezioni regionali del 27 ottobre. Procuratore generale dell’Umbria, già capo della procura della Repubblica di Terni, il profilo del magistrato corrisponderebbe a quel candidato “terzo” che il capo politico M5S, Luigi Di Maio, ha indicato come collante per una alleanza giallorossa per l’Umbria.
La biografia – Cardella ha iniziato la carriera in magistratura come sostituto procuratore a Marsala, dove si è occupato del processo per il sequestro, in ambito mafioso, dell’esattore Corleo (suocero di Nino, uno dei cugini Salvo). È stato poi giudice al tribunale di Spoleto e di nuovo sostituto procuratore a Perugia. Procuratore della Repubblica a Tortona, poi nominato consigliere presso la Corte suprema di Cassazione, ha scritto la sentenza con la quale è stata confermata la condanna del terzo autore della strage di Bologna. Dopo l’esperienza a Terni, nel 2012 è stato nominato procuratore della Repubblica di L’Aquila, dove ha svolto le indagini sulla ricostruzione post terremoto e su una associazione eversiva di estrema destra.
Nel 1992, applicato alla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, con Ilda Boccassini, magistrato della Dda di Milano applicata presso la procura siciliana, ha partecipato alle indagini sulle stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e le loro scorte. In Umbria ha svolto le indagini sulla corruzione nella pubblica amministrazione, sul sequestro di persona a scopo di estorsione di Augusto De Megni e sull’omicidio del giornalista Carmine Pecorelli. Nel 2015 ha vinto il Premio Borsellino.
La politica – Il nome di Cardella, che nei palazzi della politica aveva cominciato a circolare già nell’ottobre dello scorso anno, sembra sia stato indicato in ambienti romani. Un personaggio dal profilo giuridico che riproporrebbe – seppure con contorni diversi – l’esperienza di Giuseppe Conte a livello nazionale. Sembra che ci sia un sostanziale via libera sia dai vertici nazionali del Partito democratico che da quelli del Movimento. Il nodo centrale, salvo scossoni dell’ultima ora – sta ora nelle mani del magistrato che però, già nelle prossime ore, potrebbe sciogliere le riserve.
Le alleanze – Attorno a Cardella dovrebbero dunque coagularsi non solo Pd e M5S ma tutto quel mondo “civico” che in queste ultime ore ha annunciato la volontà di convergere sul progetto giallorosso. Cinque o sei liste che potrebbero dunque giocare un ruolo decisivo nella corsa all’ultimo tuffo. Secondo un sondaggio pubblicato in queste ore da affaritaliani.it, tra centrodestra e centrosinistra ci sarebbero un paio di punti di scarto a vantaggio della coalizione Lega-Fd’I-Forza Italia. La rilevazione non tiene però conto del supporto che, in termini di voti, potrebbe arrivare dai civici di centrosinistra.
Le candidature – L’eventuale via libera a Cardella dovrebbe anche sciogliere le incognite sulle candidature e lasciare al Partito democratico la possibilità di portare in lista anche nomi che, in caso di mancato accordo sul candidato presidente, potrebbero al contrario essere osteggiati dai pentastellati.
Si pensi ad esempio a Donatella Porzi, presidente uscente del consiglio regionale, Giacomo Leonelli o Marco Vinicio Guasticchi, tutti al primo mandato. Così come, sul versante ternano, al presidente uscente della Regione, Fabio Paparelli. Con lui in lista dovrebbe esserci Giampiero Lattanzi, presidente della Provincia di Terni, indicato dai circoli dell’Amerino, e che potrebbe andare a pescare nell’elettorato che aveva come punto di riferimento Eros Brega, che ha scelto oggi di non ricandidarsi. (TerniToday.it)