John Portelli e Edgardo Azzopardi insieme al “popolo” per trovare una soluzione alle divisioni e alla crisi che attanaglia il porto
CIVITAVECCHIA – “Io c’ero”. Questa la prima frase che viene da scrivere dopo la magnifica, questa sì, cena di ieri sera in una nota pizzeria-ristorante ai piedi del Faro della Città di Traiano. Sì, noi c’eravamo a questa cena. Forse per caso, forse no! Noi c’eravamo! Diverse persone presenti ma i protagonisti, nel bene, due personaggi sui quali oggi il Porto di Civitavecchia può pensare di costruire un futuro: John Portelli direttore generale della Rome Cruise Terminal e Edgardo Azzopardi, deus ex machina di Port Mobility.
Una cena organizzata da due uomini della strada, due uomini consegnati al popolo da oltre cinquant’anni, che hanno fatto la storia di lotte sindacali e per l’ambiente, con i loro eccessi, il loro linguaggio colorito ma che, hanno un senso civico e un’accozzaglia di anime che li accomuna, la Città di Civitavecchia.
Insieme a loro, a quel tavolo, giornalisti testimoni di una svolta civile e civica, esponenti del Governo cittadino.
Non ci piace fare i nomi e per questo non diremo che erano presenti anche il vice sindaco Massimiliano Grasso e l’assessore Sandro De Paolis.
Assente giustificato il primo cittadino Ernesto Tedesco che, forse, ha perso l’occasione per essere testimone di un “trattato di pace“.
Sì, ha ragione John Portelli quando dice: “Lavoriamo tutti insieme per il bene di questo magnifico Porto”. Ha mille e una ragione Edy (Edgardo) Azzopardi quando dice: “Mi sono messo, sono e sarò sempre in discussione per il bene di questo porto, della mia attività e dei 140 dipendenti della mia azienda”.
Si è parlato, hanno parlato di tutto. Qualcuno si è tolto qualche sassolino dalle scarpe. Chi più, chi meno grande.
In mezzo alle discussione, ai dibattiti, gli osservatori politici cittadini ma, soprattutto il popolo.
Noi ci mettiamo un questa seconda fascia. Tra il popolo. Ci sentiamo di dover ringraziare per i gesti di nobiltà, che vanno riconosciuti a quelli che affrontano in duello, a singolar tenzone, sapendo che non deve prevalere la forza, la violenza ma sempre e solo la ragione.
Ci sentiamo di ringraziare quel pazzo pizzettaro al quale non abbiamo mai risparmiato bordate giornalistiche. A quell’uomo furioso, tutte urla e cuore, che sono stati artefici e promotori di un’iniziativa che andava intrapresa molto prima ma che comunque non è tardi averla iniziata.
Quando ci sono queste condizioni il naufrago non muore in mare e sarà salvato. Certo, c’è da sperare che alla guida di questo porto arrivi un capitano vero quanto prima. Uno vecchia maniera, alla Gianni Moscherini (old style) per intenderci o per un motivato e incisivo Pasqualino Monti di oggi.
La via è stata tracciata. Adesso, agli uomini di buona volontà, la forza di concludere questa camminata appena iniziata. Civitavecchia, i civitavecchiesi, questo porto, Roma, la Regione Lazio ha bisogno di questo percorre questa nuova via, senza ulteriori indugi.