Sergio Monzin (Ecotech): “Non restituiremo soldi e consegneremo le mascherine”. L’Ufficio Stampa ribadisce: “Sono seri e partner della Exor”. 3M: “Noi non li conosciamo e non abbiamo bisogno di intermediari”
ROMA – La Regione Lazio ha provato a metterci una toppa alla “pandemia” di euro volatilizzati per l’acquisto di mascherine cinesi. La leggerezza compiuta dal capo della protezione civile regionale, Carmelo Tulumello (sul quale puntano il dito anche quelli del PD), difficilmente avrà un esito positivo.
Questa mattina abbiamo intervistato uno dei responsabili della Echi.Tech. Srl , Sergio Mondin, al quale abbiamo chiesto la loro versione dei fatti.
“E’ un segno del destino. Da pochi mesi abbiamo pensato di diversificare la nostra attività e di entrare nel mondo della Sanità. Dobbiamo ancora cambiare lo statuto. Lavoriamo per grandi player mondiali e il nostro socio cinese fattura 150milioni di dollari all’anno“.
Bene, ma in che modo siete riusciti ad avere una commessa da 35milioni se fino ad oggi sul sito si vedono le vostre attività e, oltre alle luci nelle stazioni, in qualche ospedale non avete fatto?
“Certo, è ovvio che qualcuno dall’alto di ha guidato in questa iniziativa. Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Non possiamo restituire soldi perché abbiamo pagato il fornitore. Le mascherine arriveranno in ritardo, pagheremo la penale. Non siamo scappati. Siamo qui“.
La Corte dei Conti intanto indaga sulla vicenda. Vuole capire come questa piccola società italo-cinese dal capitale sociale di 10mila euro abbia ottenuto una commessa così imponente.
Il caso è quello dei 9,5 milioni di dpi, dispositivi di protezione individuale ordinati fra il 16 e il 20 marzo scorso dall’Ente guidato da Nicola Zingaretti al prezzo complessivo di ben 35,9 milioni di euro. Affidataria della commessa “per le vie brevi” – come previsto dai decreti di emergenza – è la società EcoTech srl, con sede a Frascati, vicino Roma, e con un socio al 49%, Pan Hongyi, operante in Cina.
La prima partita sarebbe dovuta arrivare dalla Cina già il 18 marzo, ma nonostante la Regione abbia anticipato circa 11 milioni di euro, al deposito dei vigili del fuoco della Cecchignola le mascherine non si sono viste. Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Andrea Lupi, ha disposto nella mattinata di mercoledì l’apertura di un fascicolo che curerà personalmente, in tandem con il magistrato Alfio Vecchio.
La Regione ha cercato di correre ai ripari. I vertici operativi della EcoTech fanno sapere dalla Regione, “è stata stipulata una polizza assicurativa che consentirà di recuperare la somma già anticipata”. Anche perché, come confermato dalla stessa EcoTech, il cospicuo anticipo versato dalla Regione “è già stato versato ai fornitori in Cina”. Dunque, sarebbe impossibile rientrarvi, con conseguente rischio del riconoscimento di un danno erariale.
Restano molti dubbi, sollevati dalle opposizioni, sui criteri di scelta della società “intermediaria”, che solo di recente ha modificato la sua mission, fino a poche settimane fa indirizzata alla sola vendita di lampade led di design. La Regione dice che la EcoTech si è proposta come intermediaria e che ha dimostrato di essere partner della Exor – la nota holding olandese della famiglia Agnelli e distributore ufficiale della 3M, altra multinazionale famosa per i post-it ma impegnatissima in dispositivi medici. La 3M specifica che “EcoTech non risulta presente nel nostro elenco partner e distributori” mentre “esiste un nostro fornitore con lo stesso nome e ragione sociale, ma ha sede a Cesena”.
La 3M spa poi specifica che “la nostra azienda è impegnata in continue forniture di milioni di mascherine alla protezione civile nazionale, di cui ci approvvigioniamo giornalmente e direttamente senza l’ausilio di intermediari”.
Come detto, le opposizioni stanno andando all’attacco.
Chiara Colosimo, la consigliera di Fratelli d’Italia che ha scoperchiato il calderone, ha trasferito le carte a un legale per valutare la possibilità di presentare un esposto in Procura. Dall’altra parte, la Lega in Regione Lazio chiede le dimissioni del capo della protezione civile regionale, Carmelo Tulumello. La Regione Lazio però si difende. “Ribadiamo che non si tratta di truffa, è una bufala”, si legge in una nota ufficiale: “Ad oggi la Protezione civile del Lazio ha affidato contratti per oltre 20 milioni di mascherine di differenti tipologie (circa il doppio della commessa definita “fantasma”, ndr) di cui oltre 6 milioni già consegnate ai presidi sanitari regionali”. Non solo: “La Regione Lazio ricorrerà alle vie legali per tutelare la propria immagine e donerà il ricavato ad incremento del fondo per la ricerca del vaccino”.
Più che ricorrere alle vie legali dovranno trovare dei buoni avvocati per difendersi da questo scempio fatto con i soldi della Regione Lazio. Tre delibere, due revoche e non finisce qui perché, come detto, la toppa che hanno cercato di mettere gli uomini di Zingaretti sembra peggio del buco che, al momento, è grande 11milioni di euro