VITERBO – Vendita da asporto per le attività del settore ristorazione, da Confartigianato arrivano i chiarimenti sull’applicazione del DPCM 26 aprile 2020 – dove all’articolo 1 sono stabilite “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale” – nonché sulle misure igienico-sanitarie che devono essere adottate da queste attività in prossimità della riapertura del 4 maggio.
“Oltre alle consegne a domicilio, al comma a) viene espressamente consentita alle imprese della ristorazione con codice Ateco 56, vale a dire bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, friggitorie, take away, la possibilità di vendere con modalità da asporto – spiega il segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone -. Il tutto potrà avvenire adottando le misure precauzionali previste per il commercio al dettaglio: distanza di sicurezza interpersonale di un metro e, sebbene non indicato espressamente, utilizzo delle mascherine”.
Resta vietata la possibilità di consumare i prodotti acquistati sul posto e nelle immediate vicinanze dei locali di vendita, dove viene impedita anche la semplice sosta per evitare assembramenti. “Per fare un esempio – spiega ancora De Simone -, le gelaterie potranno vendere gelato in vaschetta o in coppette confezionate, ma non coni gelato”.
Per quanto riguarda le modalità di vendita, al momento la Regione Lazio non ha predisposto al riguardo ordinanze che prevedano l’esclusiva vendita da asporto dietro prenotazione telefonica o online, ritenuta tuttavia preferibile perché faciliterebbe anche il lavoro di programmazione degli esercenti.
Per quanto riguarda, invece, le misure igienico-sanitarie da adottare ai fini dello svolgimento dell’attività, queste sono indicate nell’allegato 5 al DPCM dal titolo “Misure per gli esercizi commerciali” e possono essere così riassunte:
distanziamento interpersonale di almeno un metro sia nei locali sia all’esterno in attesa di entrare, con adeguata informazione per la clientela;
utilizzo di mascherine nei locali da parte del personale e della clientela, soprattutto dove non è garantito il distanziamento interpersonale; accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani in prossimità della cassa;
locali puliti ed igienizzati con frequenza di almeno due volte al giorno con adeguata aereazione e ricambio d’aria;
accesso ai locali una persona alla volta con presenza massima di due operatori in locali di ampiezza fino a 40 metri quadrati; diversa regolamentazione in locali di metratura superiore in funzione della disponibilità degli spazi.
“Chiediamo ai clienti un po’ di pazienza – conclude De Simone -, per permettere ai nostri esercenti del settore ristorazione di fornirci il loro essenziale servizio nel rispetto delle regole e nell’interesse di tutti”.