Roma – “Ancora una volta il governo Conte si dimentica delle terme, di un comparto che occupa oltre centomila lavoratori e che rappresenta un’eccellenza indiscussa del nostro made in Italy. Come tante altre lacune e discordanze, nell’ultimo Dpcm firmato domenica scorsa, si prevede infatti la riapertura dei centri estetici – settore affetto da un crescente abusivismo – e delle piscine ma non quella dei centri benessere e delle piscine termali. Oltre a numerose incongruenze relative all’inopportuno paragone con i settori che hanno riaperto, l’inconsistenza di questa decisione appare in tutto il suo dilettantismo se si ricorda che, rispetto a centri estetici e piscine ordinarie, i centri termali sono gli unici a non dover assicurare, per legge, un costante presidio sanitario al servizio dell’intero complesso aziendale, quindi il rispetto delle indicazioni sanitarie e’ gia’ una consolidata consuetudine per il settore termale. Non sapere cio’ significa non avere ascoltato gli imprenditori, i professionisti del comparto; significa non avere recepito le indicazioni di chi ha investito risorse e accresciuto la ricchezza di intere comunita’ e che nulla mai ha chiesto allo Stato. Il governo si renda conto dell’errore commesso e torni sui propri passi: ne va del futuro di tante realta’ produttive che rischiano, se abbandonate, di non rialzarsi mai piu'”.
Cosi’ i senatori della Lega Umberto Fusco e Gian Marco Centinaio.