Alcuni sarebbero già scappati. I primi tamponi hanno dato esito negativo. Lega Acquapendente pronta a fare barricate
PROCENO – Da Valentano a Proceno e sempre di nascosto ovviamente. Gli otto profughi pakistani si sono aggiunti ai diciannove che, nel frattempo erano già stati sistemati nel ristorante, pizzeria B&B Airone alle porte del paese e in aperta campagna.
Lo Stato ha paura della reazione degli italiani e quindi agisce di notte e senza avvisare le autorità del posto.
Lo stesso sindaco di Proceno Cinzia Pellegrini, ci ha confermato: “I primi quindici ragazzi pakistani, tutti di età compresa tra i 20 e 22 anni, sono stati portati nel B&B Airone senza che nessuno ci abbia informati. I residenti della zona hanno notato strani movimenti e ci hanno avvisato. Parliamo di domenica. Lunedì è arrivato un altro gruppo di ragazzi e mercoledì quelli provenienti da Valentano. In questi due ultimi casi siamo stati informati dalla Prefettura”.
Tutti e 27 i ragazzi presenti nella struttura sono stati sottoposti a tampone dal personale della Asl di Viterbo. Risultati al momento tutti negativi. Intorno al B&B, che si trova in mezzo al bosco, un enorme dispiego di forze dell’ordine per evitare che qualcuno scappi, mentre prende sempre più corpo l’ipotesi che qualcuno sia riuscito a far perdere le proprie tracce.
Il sindaco è preoccupato per una serie di ragioni: “La struttura è sprovvista di wifi e giovani come questi pakistani potrebbero decidere di allontanarsi per comunicare con i propri familiari. Altro problema è quello legato alla lingua. Nessuno di loro parla in inglese e far capire la necessità di stare in quarantena è una questione di sicurezza, sia per loro che per tutti gli altri”.
Dunque il mistero dei profughi fatti “evadere” di nascosto dalla struttura di Valentano è finalmente stato risolto.
Rimane da capire questo atteggiamento da parte dello Stato di agire nell’ombra. Non informano sindaci, non informano nessuno e stanno distribuendo su tutto il territorio centinaia di profughi provenienti prevalentemente dal Pakistan e dalla Tunisia.
Una situazione esplosiva visto le condizioni in cui versano le famiglie italiane e la costante, ossessiva preoccupazione del benessere di queste persone che scappano non dalle guerre ma dalla stessa miseria che stanno riscontrando tra gli italiani che non hanno più lavoro, case e soldi per mangiare.
L’allarme di questo ennesimo tentativo di imbottire i territori di profughi è stato lanciato dagli esponenti della Lega di Acquapendente avvertiti dagli abitanti di Proceno.
Il sindaco sta cercando di gestire al meglio la vicenda ma non senza difficoltà. La situazione si fa sempre più tesa e Proceno, ultimo paese della provincia di Viterbo a confine con la Toscana, rischia di diventare un centro di accoglienza di secondo livello.