Centinaia di migliaia di euro di crediti non riscossi, da Mammagialla alle caserme militari. I Comuni chiedano un’azione di responsabilità a danno dell’ex presidente Bassola
VITERBO – Per risolvere i problemi di Talete occorre un commissario con le palle. Un commissario che presenti il conto, per prima cosa, al Partito Democratico che ha usato l’ente, in modo spregiudicato e senza controllo, per assumere amici, amanti, figli, nipoti ecc.
Inizi a spulciare le carte e contestualmente agisca nei confronti dei consigli d’amministrazione che non hanno operato correttamente. Un’azione di responsabilità nei confronti di Bassola e di tutti coloro i quali hanno ridotto Talete in un carrozzone e che aumenterà, ancora una volta, le tariffe dell’acqua.
Se un cittadino, per problemi economici ritarda un pagamento, deve aspettarsi il distacco del cantatore (tranne adesso in emergenza Covid).
Cittadini morosi pressati con lettere ed avvisi. Cittadini normali ovviamente. Infatti, adesso che il consiglio d’amministrazione si è fatto da parte, si scopre che solo una decina di giorni l’ufficio legale ha spedito una quarantina di diffide a morosi di un certo calibro.
Morosità che oscillano dai 600mila e 40mila euro. Morosi che godono di una certa “garanzia”. Parliamo di enti, del carcere Mammagialla, delle caserme militari, dei carabinieri e della polizia. Società termali, ristoranti, alberghi, campeggi o aziende che hanno un inspiegabile trattamento di favore.
Chiedere agli utenti di Talete di fare un ulteriore sforzo e pagare bollette più salate per compensare i debiti di questi soggetti.
Perché Bassola e Talete non hanno pignorato i conti in banca del Ministero della Giustizia, dell’Interno, della Difesa i di quegli imprenditori che se ne sbattono di pagare migliaia e migliaia di euro arretrati?
Un vero mistero. Ecco perché questi 45 giorni non devono servire per trovare un nuovo consiglio d’amministrazione ma per individuare un commissario che faccia giustizia. Che metta mano anche nei conti bancari di quegli amministratori che non hanno fatto il proprio dovere. Che hanno usato Talete per soddisfare le clientele di questo o quel politico. Recuperare quei soldi, invece di “diffidare”, era un obbligo primario. Invece si è pensato a trasformare i contratti tempo determinato degli interinali ad assunzioni a tempo pieno.
Adesso è giunto il momento che qualcuno paghi i danni compiuti. I Comuni non esitino a prendere le distanze da Talete trasformata in azienda di partito. Commissariamento ed azione di responsabilità sono la via maestra per ricominciare.