Alatri – Il PD difende Buschini: “così fan tutti”

Gianluca Borrelli e Maurizio Maggi aprono di fatto la campagna elettorale

ALATRI – Respinto un ordine del giorno di una parte dell’opposizione che condanna le assunzioni fatte alla Regione Lazio. I vertici provinciali della Lega contro l’iniziativa anti-Buschini intrapresa da Borrelli.

Nel comune di Alatri, dove vive l’ex Presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini, nei giorni scorsi si è acceso un aspro dibattito tra chi ha condannato le assunzioni effettuate in regione e chi invece ha preferito difendere quanto accaduto dicendo “così fan tutti”.

E’ successo durante la discussione di un ordine del giorno presentato dai consiglieri di opposizione Enrico Pavia (Noi per Alatri), Tarcisio Tarquini (Alatri in Comune), Maurizio Maggi (Gruppo Misto), Nazzareno Costantini (Patto per Alatri) e Gianluca Borrelli (Lega).

I 5 consiglieri, nel documento presentato in data 14 aprile 2021, hanno chiesto a gran voce di “riaffermare il principio che l’attività della pubblica amministrazione debba sempre improntarsi al principio dell’imparzialità senza alcun favoritismo, censura ogni pratica, la quale, seppur formalmente rispettosa delle norme vigenti, nella sostanza persegua fini diversi”.

Ordine del giorno respinto con la maggioranza di centrosinistra che ha espresso solidarietà al dimissionario Presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini: “è tutto legittimo, così fan tutti”. Per quanto riguarda l’opposizione, un consigliere si è astenuto e due erano assenti.

Il consigliere, Gianluca Borrelli, dopo la votazione dell’ordine del giorno è stato “strigliato” dai vertici leghisti della ciociaria che hanno ribadito che “la linea ufficiale del partito alatrense è dettata da Palmisani e Addesse”.

Borrelli ha risposto che parteciperebbe volentieri agli incontri di partito, invocate dal vertice provinciale leghista, “sempre che mi avvertiate quando ci sono le riunioni. Chiaro però che spero non mi venga chiesto di esprimere solidarietà per i fatti di Allumiere, in quel caso la risposta ve la dico da ora: non ci penso proprio”.

Chissà se la linea “morbida” di una parte dell’opposizione di Alatri sia dettata da interessi di alcuni esponenti dell’amministrazione locale che, concentrati su “pratiche” regionali, si distraggono dall’esercizio delle funzioni di rappresentanza dei cittadini che li hanno eletti…

Di seguito il manifesto inviato dai 5 consiglieri di opposizione del comune di Alatri intitolato: “NOI NO!”

“Sabato scorso, il Consiglio comunale ha respinto un nostro ordine del giorno di condanna delle assunzioni fatte alla Regione Lazio, le cui modalità sono ormai note a tutto il Paese e dovunque suscitano riprovazione per l’evidente raggiro delle norme e, soprattutto, dello spirito dei concorsi pubblici.

Non solo. Il sindaco ha addirittura affermato che, piuttosto che condannare, si sarebbe dovuta esprimere solidarietà all’ex presidente del consiglio regionale, Mauro Buschini, al centro di questa brutta vicenda, perché quanto accaduto in Regione sarebbe “legittimo” e comunque perché “così fan tutti”.

Sul nostro ordine del giorno si è astenuto un altro consigliere della minoranza presente (altri due erano assenti) che si è richiamato a un “garantismo” che nel caso in questione non c’entra nulla. Mentre c’entra molto la valutazione sulla opportunità politica, sul contegno dei politici, sulla smodatezza di un gruppo di profittatori delle istituzioni, che mirano a ricavare privilegi dalle loro posizioni.

È bene ricordare che delle assunzioni sono stati beneficiari non solo alcuni collaboratori di Buschini, ma anche esponenti politici appartenenti al Partito Democratico e, seppure in minor misura, ma con Io stesso grado di responsabilità, alla Lega e al M5S.

Il fatto è grave perché mette allo scoperto l’elusione dei principi del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione.

E’ accaduto altre volte – e anche alla Regione Lazio – forse in modo ancora più pesante e con “politici” di altro colore rispetto a quelli coinvolti oggi. Ma ciò non deve essere una attenuante, bensì la prova che questi metodi vanno denunciati una volta per tutte e che fare finta di niente equivale a rendersene complici.

Sappiano i nostri concittadini, soprattutto quelli più giovani, che ancora credono nel merito e nel sacrificio, quale unico mezzo per migliorare la loro condizione sociale, che il silenzio del Consiglio comunale non è il nostro. Noi la pensiamo in un altro modo e continueremo a batterci affinché quanto accaduto non si ripeta più né alla Regione Lazio, né altrove. E perché da questa triste vicenda emerga una consapevolezza civica nuova capace di rinnovare la politica e di ricreare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni”.