Rave a Valentano, muore un secondo giovane

Dopo il ritrovamento nell’Alta Tuscia del venticinquenne inglese, una seconda tragedia per coma etilico

VALENTANO – È morto un altro giovane – è il secondo – alla festa rave illegale che dal 13 agosto si sta svolgendo nel Lazio, nell’Alta Tuscia: siamo nel Viterbese, in una immensa tenuta – sterrata – di proprietà dell’ex presidente del Grosseto Calcio Piero Camilli, tra i comuni di Valentano e Latera, a una manciata di chilometri dal comune toscano che sorge sul tufo, Pitigliano. Ed è proprio quest’ultima tragedia che arriva dopo la morte di un giovane inglese di 25 anni ritrovato due giorni nelle acque del vicino lago di Mezzano – confermata nella serata di ieri dai carabinieri ai sindaci toscani dei comuni del Tufo e delle Colline del Fiora e dell’Albegna – che potrebbe indurre gli organizzatori a spegnere le casse, a smontare tutto e ad andare via. Molto prima del previsto, almeno secondo il tam-tam che rimbalza sulle pagine Facebook del cosmo dei raver.

Due erano infatti le ipotesi di durata della grande festa: una, la più auspicata e auspicabile, indicava il termine nella giornata di oggi, ma un’altra – che sembrava prendere sempre più consistenza almeno fino alla notizia del secondo decesso – parlava di un rave di dieci giorni.

In quanti si siano incuneati tra Toscana e Lazio non si sa: c’è chi dice siano ottomila, chi molti di più. Hanno cominciato ad arrivare a centinaia, per lo più su camper, a partire dal 13 agosto. I primi ad accorgersi che da qualche parte doveva esserci una grande adunata sono stati gli abitanti di Albinia, frazione mignon di Orbetello, il paese della laguna, dei fenicotteri rosa, ma anche punto di snodo che dall’Aurelia – tra Civitavecchia e Grosseto – consente di imboccare la strada regionale 74 Maremmana, procedere tra dolci colline, quindi “svalicare” – in prossimità di Pitigliano – il confine tra Toscana e Lazio e approdare nell’Alta Tuscia.

Due sono stati i morti tra i partecipanti al rave, due i comi etilici accertati mentre c’è chi pensa all’abnorme rischio per contagio da Covid. È dalla notte tra il 13 e il 14 agosto che i residenti dei piccoli comuni toscani – di Pitigliano e Sorano, per esempio – non chiudono occhio per la musica assordante e dai ritmi deliranti che arriva dal rave: “spinge” persino fino a Poggio Murella – nel Mancianese – non lontano dalla località termale di Saturnia.

Lungo la strada che porta alla grande sterrata i posti di blocco ci sono: camper nelle scorse ore sono stati fermati, ma c’è chi a destinazione è arrivato ugualmente, a piedi.

Sono intervenute forze politiche ma sono i sindaci toscani di Sorano, Pitigliano e Manciano – Pierandrea Vanni, Giovanni Gentili e Mirco Morini– che ieri hanno deciso una presa di posizione durissima: «Nel prendere atto con profonda amarezza che lo Stato non si sia dimostrato capace di prevenire, per di più durante una pandemia in corso dal 2020, una clamorosa manifestazione di illegalità da ogni punto di vista, noi sindaci riteniamo che a oggi non sia stato assicurato un adeguato e continuo controllo dei territori»; non a caso, nella giornata di ieri, partecipanti ai rave avrebbero cominciato a “gravitare” anche nei territori toscani limitrofi.

Con la seconda tragedia, però, il quadro pare essere cambiato: i promotori non se la sentirebbero più di continuare a ballare. Lo spettacolo non può più andare avanti.

 

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