lavoratori in stato di agitazione, Sardone (Uil) “danno economico e occupazionale molto grave”
CIVITAVECCHIA – Gli addetti dell’asta del pesce di Civitavecchia dichiarano lo stato di agitazione per protestare contro la situazione di pericoloso degrado, dovuto alla presenza di rifiuti non rimossi da diversi giorni e invocano l’intervento del Sindaco Ernesto Tedesco per porre immediatamente fine a questa situazione vergognosa.
Lo annuncia il segretario della Uila pesca Alto Lazio Massimiliano Sardone, informando che mercoledì 29 settembre si svolgerà un’assemblea dei lavoratori per programmare le opportune forme di protesta.
“Mentre l’attenzione della cittadinanza di Civitavecchia si concentra sui rifiuti abbandonati intorno al Forte Michelangelo, in pochi vedono lo scenario disgustoso che si presenta nella Darsena Romana dove rifiuti abbandonati da giorni e puteolenti attirano topi e insetti, a pochi metri dalla sede dell’asta del pesce dove, ogni giorno, vengono manipolati decine di quintali di prodotti ittici freschi destinati al consumo a livello nazionale. Il tutto dovuto a un comportamento dissennato da parte di Seport, azienda che dovrebbe assicurare il servizio di smaltimento dei rifiuti”. Denuncia Sardone.
“La salute dei lavoratori impiegati dello stabilimento è messa a rischio da una situazione che fa sì che non vengano garantiti nemmeno i servizi essenziali all’interno dello scalo” aggiunge Sardone: “I sacrifici del ceto peschereccio che già sborsa cifre importanti per lo smaltimento delle reti usate e che contribuisce al bene comune attraverso la raccolta dei rifiuti dai fondali marini, sono minacciati dall’eventualità, ormai divenuta concreta, che la A.S.L. locale sarà costretta a vietare le attività dell’asta del pesce determinando un danno economico e occupazionale molto grave”.