La maggioranza prende tempo. Questa volta con la richiesta di Patanè che invoca l’intervento della Giunta per il regolamento per non presentare le osservazioni. La Presidente Colosimo lasciata sola (ad eccezione della De Vito). Simeone e Capolei assenti. Il fantasma Tripodino allergico alle questioni riguardante il personale
ROMA – Ancora una volta la discussione sulla Relazione presentata in Commissione Trasparenza e Pubblicità riguardante la “Concorsopoli” di Allumiere non riesce a decollare e ad entrare nel vivo.
Questa volta ci pensa il vice presidente della Commissione Eugenio Patanè ad allungare il brodo dichiarando, “prima di affrontare la discussione generale intendo porre una questione pregiudiziale e preliminare”.
Per Patanè la pregiudiziale si rende necessaria per decidere se al testo possono essere presentate osservazioni o emendamenti.
Nel frattempo al vice presidente della Commissione sfugge un particolare importante: ai commissari la relazione è stata inviata il 22 luglio scorso e dopo quasi tre mesi si trovano ancora al punto di partenza.
Se si vogliono dare risposte, perché perdere tutto questo tempo?
Secondo Patanè sarebbe necessario emendare la relazione per evitare “un precedente molto pericoloso per i diritti dell’opposizione, soprattutto. Qualsiasi atto che viene considerato non emendabile ma solo osservabile può andar bene per la maggioranza ma per l’opposizione no”. Ha ragione Patanè, per la maggioranza va sicuramente bene e da quando la regione è presieduta da Nicola Zingaretti sono molti i documenti presentati nelle varie Commissione a cui è stata data, ai Commissari, soltanto la possibilità di presentare osservazioni. A cominciare proprio da quanto fatto dallo stesso Patanè quando, nella Commissione Lavori Pubblici da lui presieduta, nell’esame dello schema di deliberazione n. 57, cioè l’approvazione dei “criteri generali” su cui improntare l’azione amministrativa per il rilascio delle autorizzazioni per i servizi di linea commerciale, per i servizi di linea di gran turismo e per i servizi di linea speciali (cose di poco conto…), ha dato la possibilità di presentare soltanto osservazioni. E pensare che Patanè ha concluso il suo intervento dichiarando: “Questo non si è mai fatto!”
Bene ha fatto Francesca De Vito a sottolineare come in questa legislatura si è fatto ricorso alle osservazioni per atti che hanno comportato conseguenze molto più importanti per l’amministrazione regionale.
Il Pd dimentica, infatti, che recentemente non è stata data possibilità di emendare, ma soltanto di presentare osservazioni, ad un atto che incide tantissimo sulla gestione amministrativa e finanziaria della regione Lazio: l’atto che ha deliberato la fusione dei consorzi industriali del Lazio, la bozza di statuto e il piano economico del nuovo consorzio unico.
Le commissioni Bilancio e Sviluppo economico (in seduta congiunta) hanno dato il via alla “Costituzione del Consorzio Unico’” dando la possibilità, ai Commissari, di presentare esclusivamente delle osservazioni. Ricordiamo che, proprio un paio di settimane fa, a seguito della costituzione del consorzio unico, è stato assegnato l’incarico di Presidente dello stesso a Francesco De Angelis, “padre” politico dell’ex Presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, dimessosi dall’incarico subito dopo l’esplosione dello scandalo della “Concorsopoli” di Allumiere.
Francesca De Vito, inoltre, ha fatto i complimenti al Presidente della Commissione, Chiara Colosimo, per la relazione presentata nello scorso luglio sottolineando che si tratta di un “documento non politico ma meramente tecnico sulle risultanze delle Audizioni che si sono succedute”.
Ricordiamo che, rispetto alle sedute svolte in Commissione prima della pausa estiva, ci sono molte novità rispetto alle quali la Commissione non può far finta di niente. Innanzitutto il fatto che il pm di Civitavecchia, Alessandro Gentile, ha chiesto il giudizio immediato per il presidente della commissione giudicatrice del “Concorsone” di Allumiere, Andrea Mori perché, secondo il pubblico ministero, su alcune azioni compiute da Mori, ci sarebbero evidenze tali da poter andare direttamente a processo, senza la necessità dell’udienza preliminare.
Infine, nelle Audizioni svolte nei mesi scorsi, in tanti si sono chiesti i motivi che hanno portato alcuni candidati ben posizionati a rifiutare tutte le assunzioni che gli sono state proposte. Indiscrezioni, non smentite dagli inquirenti, parlano di un candidato idoneo ben posizionato nella graduatoria (ma poi non assunto) indagato per “tentata estorsione”. L’ennesimo colpo di scena di una vicenda che non finisce mai di sorprendere.
Detto dei giusti rilievi della De Vito, si sottolinea, per l’ennesima volta, il “soli contro tutti” del Presidente della Commissione Chiara Colosimo che si è ben destreggiata nel dibattito con tutti i Commissari di centrosinistra intervenuti al gran completo. A differenza dei colleghi di centrodestra che, ancora una volta, hanno disertato la Commissione.
Per quale motivo Capolei si è fatto eleggere Vice Presidente se non è praticamente mai intervenuto? E Simeone che fine ha fatto?
Sul “fantasma” Tripodino preferiamo sorvolare. Visto quanto successo nel luglio scorso, l’argomento personale (di segreteria) gli crea soltanto grattacapi.