Grottaferrata, i consiglieri si dimettono dal notaio e il sindaco Andreotti decade: si torna a votare

Grottaferrata tornerà a votare in primavera dopo la “fragorosa” caduta del sindaco Luciano Andreotti, 71 anni, avvenuta ieri sera.

Che covasse un un piccolo terremoto politico nella cittadina con il reddito pro-capite più alto dei Castelli Romani lo si era avvertito da tempo.

La maggioranza dei consiglieri comunali, in un pomeriggio che covava da tempo, ci ha messo la firma. Nove membri dell’assemblea, otto dell’opposizione e uno della maggioranza, hanno rassegnato per iscritto le dimissioni dalla carica davanti ad un notaio di Velletri, il che ha decretato, formalmente, lo scioglimento del Consiglio, cosa che manda gambe all’aria anche la poltrona di primo cittadino. Sostanzialmente una “defenestrazione” giuridica.

Luciano Andreotti, nativo di Grottaferrata, laureato in Architettura, sposato, era stato eletto nel 2017 fa con una coalizione civica. Ha seguito la stessa sorte di Roberto Mastrosanti, ex sindaco civico di Frascati, la cui legislatura è finita un anno prima del mandato elettorale per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Stesso schema, stesso risultato, identici, probabilmente, la strategia sottesa all’operazione e i suoi “ispiratori”. Andreotti, proveniente per estrazione dal Centrosinistra ma eletto quattro anni fa con le “stimmate” del civico (senza insegne di partito, da tempo veniva criticato, dall’esterno ma anche da alcuni settori a lui più vicini, par «la poca incisività dell’azione amministrativa». Un sito internet dei Castelli che gli è sempre stato ostile parla, giudicandone l’operato, di «fortino autocratico» e «condotta assolutista». Dall’ex primo cittadino al momento non sono arrivare reazioni.

La notizia della caduta del sindaco Luciano Andreotti e della Giunta ha colto di sorpresa gli abitanti di Grottaferrata una delle città di spicco del territorio dei Castelli Romani, cresciuta, prospera e tranquilla, attorno alla millenaria e affascinante Abbazia di San Nilo fondata nel 1004. Si sono dimessi: le due rappresentanti di “Città al governo” Rita Consoli e Rita Spinelli, due consiglieri di “Farerete” Massimo Garavini e Veronica Pavani, il consigliere del gruppo misto Fabrizio Mari e la presidente del Consiglio comunale Francesca Maria Passini, la consigliera del Pd Paola Franzoso, il consigliere grillino Piero Famiglietti. A questi consiglieri di opposizione si è unito il consigliere di maggioranza Federico Pompili. Arriverà subito un commissario del Prefetto di Roma per gestire l’ordinaria amministrazione e preparare le elezioni. Grottaferrata, 26 mila abitanti, la più elegante delle località dei Castelli, con oltre ottanta ristoranti ricercatissimi dai romani, suscita appetiti non solo culinari, perché è un simbolo. Prendere il comune, per chi lo vorrà, non sarà uno scherzo. Ma la rovinosa caduta di Andreotti che non gli ha dato neppure l’occasione di dimettersi ricevendo l’onore delle armi fa pensare che esista un piano e sia congegnato.