L’interpretazione che gli uffici di Valeriani danno alla Sentenza del Consiglio di Stato è sbagliata e il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto le motivazioni dell’azienda di Aprilia
ROMA – Ormai abbiamo perso il conto dei provvedimenti (in questo caso si tratta di un’ordinanza) dei giudici amministrativi che bacchettano in modo incessante la Regione Lazio.
Di questi, tanti riguardano iniziative promosse e vinte da RIDA Ambiente, l’azienda che gestisce l’impianto TBM di trattamento di rifiuti di Aprilia, che per far valere i propri diritti spesso è costretta a ricorrere a TAR e Consiglio di Stato.
In questo caso la Regione aveva stabilito che “l’impianto (RIDA Ambiente) non può ricevere in ingresso il rifiuto codice EER 200108 direttamente dai Comuni conferitori” e che “si concede una proroga massima fino al 31/12/2021 entro la quale Codesta Società potrà ancora ricevere il rifiuto codice EER 200108”.
Questa decisione è stata ancora una volta, secondo i giudici amministrativi, una forzatura degli uffici regionali che, dopo i disastri compiuti dalla Tosini, sembrano non aver adottato il tanto sperato cambio di passo.
Anzi, in attesa di “Aspettando Godot” Rafanelli, sembra che a via Cristoforo Colombo le idee siano ancora molto confuse.
Sulla questione sopra esposta, il Consiglio di Stato nei mesi scorsi si era già pronunciato ma gli Uffici di Zingaretti hanno ritenuto, con la nota della Regione Lazio Direzione Regionale Ambiente-Area Autorizzazione Integrata Ambiente registro ufficiale U.0991199.30-11-2021, di impedire all’azienda di Aprilia il conferimento dell’organico.
Per i dirigenti regionali le sentenze Consiglio di Stato n. 7850 e n. 7851 del 23/11/2021 andavano interpretate così.
Compiendo, però, l’ennesimo errore che solo la caparbietà della società di Aprilea ha permesso di stanare.
Subito dopo questa nota, infatti, la RIDA Ambiente ha proposto ricorso numero di registro generale 13548 del 2021, contro la Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore rappresentata e difesa dall’avvocato Rosa Maria Privitera, appartenente all’Avvocatura regionale coordinata dall’avvocato Rodolfo Murra.
L’azione è stata attivata per l’annullamento previa sospensione dell’efficacia, “della nota della Regione Lazio, Direzione Regionale Ambiente-Area Autorizzazione Integrata Ambiente, registro ufficiale U.0991199.30-11-2021 avente ad oggetto: Impianto TBM gestito dalla RIDA Ambiente s.r.l., Aprilia (LT) – Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Determinazione B0322 del 9/2/2009 e s.m.i. – Sentenze Consiglio di Stato n. 7850 e n. 7851 del 23/11/2021 – Riscontro nota prot. 838B del 23/11/2021 – Ottemperanza sentenze n. 7850/2021 e n. 7851/2021”.
Nella camera di consiglio del giorno 28 gennaio 2022 il TAR del Lazio ha ritenuto di dover confermare il decreto cautelare n. 7531/2021, accogliendo la domanda e fissando la trattazione di merito del ricorso nell’udienza pubblica del 6.5.2022.
Tripla vittoria, quindi, per RIDA Ambiente contro la regione Lazio del Governatore Zingaretti sostenuto dalla maggioranza giallorossa PD/M5S: in Consiglio di Stato, con Decreto Presidenziale e con l’Ordinanza del TAR che annulla gli atti regionali e conferma la sospensiva.
Ennesima causa senza senso, invece, per la Regione Lazio. Qualcuno dovrebbe cominciare a chiedere conto a chi amministra i contenziosi all’interno della Giunta regionale. Proprio nei giorni in cui la Corte dei Conti ha inferto un altro duro colpo all’amministrazione Zingaretti con la sentenza che ha bocciato il ricorso sulle eccezioni alla parifica del Rendiconto 2020.
Un errore da 500 milioni di euro che peserà sulle tasche dei cittadini che saranno costretti a pagare le tasse più alte d’Italia.
Ci siamo chiesti più volte come sia possibile per la Regione Lazio produrre milioni di euro di “debiti fuori bilancio”. La lettura di questa Ordinanza del TAR non lascia spazio a dubbi: proviamoci, tanto pagano i cittadini.
rida ambiente