L’ordigno incendiario portato in caserma da uno sprovveduto era innescato con un timer e sarebbe esploso davanti alla porta di casa del numero uno di Molo Vespucci
CIVITAVECCHIA – Il panico causato dalla presenza del pacco bomba consegnato ieri pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Civitavecchia era più che legittimo. Un rudimentale ordigno esplosivo incendiario pronto a far valere la propria efficacia non in un punto qualsiasi della città bensì sull’uscio di casa del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino.
Un ordigno rudimentale che avrebbe provocato sicuramente molti danni e causato forte spavento a chi, in quel momento, si fosse trovato all’interno dell’abitazione.
Chi può aver messo quella bomba incendiaria davanti alla porta di un personaggio così influente per l’economia portuale del Lazio che opera dal Porto di Roma?
Difficile da dire. Le reazioni sono state immediate. Già nella giornata di oggi tantissimi uomini delle forze dell’ordine hanno invaso la Città di Traiano. In particolare quelli della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) che vogliono vederci chiaro su questa vicenda.
Ad alimentare sospetti anche alcuni strani articoli pubblicati da un quotidiano online del posto che alimenta false speranze nei lavoratori con improbabili investitori pronti a “lavare” quattrini nel solito cantiere navale.
Un’ipotesi o più di un sospetto?
Chi c’è dietro a chi continua ad alimentare tensioni nei confronti del presidente del porto di Civitavecchia, Pino Musolino, molto dotato nel trovare soluzioni per riportare in parità i bilanci e poco avvezzo al compromesso quando a rimetterci sono le casse di denaro pubblico?
Tanti interrogativi ai quali gli investigatori dovranno necessariamente trovare delle risposte.
L’atto intimidatorio verso il presidente, fortunatamente sventato dal folle gesto del medico in pensione che, visto l’ordigno, invece di chiamare i carabinieri se l’è portato dietro consegnandolo al piantone mettendo in rischio la propria incolumità e quella dei militari.
Soltanto la grande esperienza dei militari dell’Arma ha permesso in poco tempo di disinnescare l’ordigno incendiario che avrebbe provocato danni a non finire a cose e persone.
Adesso c’è una vera e propria caccia all’uomo. Il presidente dell’Authority Pino Musolino, probabilmente, sarà posto sotto tutela in questi giorni così come sarà sottoposta a vigilanza la sua abitazione dove risiede con la moglie e la figlioletto.
Un gesto vile e deprecabile che però per qualcuno era necessario.
Adesso serve capire chi c’è dietro alla mano che ha armato quel pacco bomba.
Chi è che “sponsorizza” informazioni deviate che vanno dal fantomatico Mister X a soluzioni milionarie per un porto in crisi e che solo la fervida mente di qualcuno può immaginare di risolvere con un tocco di bacchetta magica.
Questa volta la bomba era vera. Poteva esplodere. Poteva causare danni a cose e persone. Lo scontro sociale non c’entra nulla. I camalli civitavecchiesi sono portuali, amano la rissa faccia a faccia e non si nascondono dietro a questi vili attentati mai visti se non nel periodo della Seconda guerra mondiale.
Contattato dal nostro Blog il presidente Pino Musolino ha dichiarato:
La prima impressione che ho avuto, informato dei fatti, incredulità e sorpresa. Mai avrei pensato di essere oggetto delle attenzioni di qualcuno così motivato a farmi del male. Il primo pensiero va naturalmente a mia moglie e mio figlio piccolo. Quell’ordigno vicino casa e soprattutto adiacente la mia vettura mi hanno lasciato interdetto. Se qualcuno pensa di intimorirmi o di farmi agire in modo contrario a quello che è il mio compito, o meglio, la mia missione istituzionale, si sbaglia di grosso.
Al momento ci siamo occupati solo di sistemare vertenze e risolvere problemi seri che attanagliano il porto dal punto di vista economico. Non ho proprio idea del perché di un gesto così estremo, violento e senza alcun senso.
Quando i militari dell’Arma dei carabinieri mi hanno spiegato sulle potenzialità di quell’ordigno sono inorridito. Rimane un fatto. Da quando sono arrivato ho dialogato con tutti. Cercato soluzioni. Non ho chiuso le porte a nessuno. Paura? Non tanto per me che sono uomo delle istituzioni ma per i miei cari. Mio figlio piccolo. Mia moglie. Certamente servirà tempo per assorbire questa cosa”
I carabinieri di Civitavecchia stanno acquisendo immagini delle telecamere della zona. Va ricordato che il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale è responsabile dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
– segue