Lo storico e critico d’arte lapidario: “Roba da arredamento confusa da menti ottenebrate”
ROMA – Quello che oggi alla Camera dei Deputati è stato annunciato come un “capolavoro di Leonardo: una seconda Gioconda” è in realtà “un modesto dipinto di arredamento”.
La bocciatura, senza appello, arriva dallo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi che così spiega:
“Non l’ombra, ma l’incubo di Leonardo. Una modesta tela esposta in un palazzo pubblico, nell’Ufficio del Questore di Montecitorio, è stata fatta passare come una seconda Gioconda di Leonardo, che, per inciso, ha fatto fatica (ci ha messo 5 anni) a dipingerne una”
Attacca Sgarbi: “L’eccitazione di menti ottenebrate ha evocato con grande suggestione magazzini, depositi, polvere, evitando l’unica parola pertinente: arredamento! E cioè quello che solitamente, provenendo dai depositi di un museo (in questo caso dalla Galleria Nazionale Borghese) viene chiesto, a partire dalla Camera e dal Senato, e poi da ambasciate e prefetture, per arredare sale aperte al pubblico, come da anni è Montecitorio. Tutto quello che meritava di essere restituito ai musei – spiega Sgarbi – lo è stato nei decenni scorsi attraverso una commissione che io ho guidato. Quello che è rimasto, ad eccezione di un “Ratto d’Europa” di Giandomenico Ferretti, di troppe grandi dimensioni, è stato restituito ai musei.
La copia di Leonardo, dipinta almeno 70 anni dopo la sua morte, non ha alcun valore artistico e indica soltanto la fortuna dell’opera, come le innumerevoli copie di grandi maestri. Tanto rumore per nulla”.