Ne rimarrà uno solo, l’ultimo talebano highlander della metropoli ridotta in macerie da decenni di sfascismo assoluto
VITERBO – Troppi nomi per un solo sindaco girano in città. Tutti sbagliati o con legami troppo forti con il recente passato. Serve un nome nuovo. Serve un personaggio che sappia distinguere il bello dal brutto. C’è bisogno di uno che quando passa in mezzo alla gente se ne senta il profumo come avviene per i Santi del Paradiso.
Serve chi da’ lavoro e ricchezze alla nostra città. Chi blatera poco ma scrive assai. Qualcuno che ha rinunciato a diventare scienziato, premio Nobel solo perché ha scelto di sacrificare la sua esistenza alla quotidianità di una città come Viterbo, una Nobile decaduta.
Prima che Viterbo Vetus sia ridotta in macerie come il Ducato di Castro, preda di sterpaglie, rovi e ratti, serve l’intervento risolutore di un uomo in grado di risolvere problemi ormai radicati e secolari.
Girandoci intorno e mettendo insieme tante teste come le figurine Panini esce sempre lo stessa faccia. Lo stesso personaggio. Il prossimo sindaco di Viterbo, se i viterbesi vogliono davvero bene alla loro città, non può essere che la più leggiadra mente tra le menti, Carlo Galeotti.
Serve coraggio a candidarlo lo sappiamo. Vero! Una decisione per stomaci forti. Verissimo. Altrettanto vero però che è l’unico antidoto efficace a questa politica fatta da “chiacchiere e distintivo”.
Siamo con Carletto nostro gajardo e tosto. Lo sosterremo nel suo percorso se deciderà la discesa in campo. Pronti ad ascoltare il Verbo come quello del Messia in un predellino qualsiasi.
Carlo Galeotti, se ci sei battiti per l’onore e la rinascita della Città di Viterbo, la gente è tutta, ma proprio tutta con te. Mettiti in gioco una volta nella tua vita. Fai vedere ai viterbesi che sei uno che non si nasconde in redazione come qualsiasi altro giornalista o psuedo tale. Scendi in piazza e raccogli i frutti del tuo infaticabile e immarcescibile lavoro.