Il dolore per la morte dell’imprenditore agricolo Dino Rocchi (detto il Trafusa) non ha lasciato scampo alla moglie Emidia e al figlio Andrea
ACQUAPENDENTE – Dino Rocchi, classe 1937 era un imprenditore agricolo molto conosciuto ad Acquapendente e in tutto l’Alto Lazio. Una bella azienda agricola che lavorava da generazioni e che avrebbe voluto lasciare al figlio Andrea.
La mattina dell’11 marzo scorso Dino Rocchi che come in tutti i paesi era conosciuto col il soprannome Trafusa, è venuto a mancare.
Dopo i funerali gli unici due eredi, il figlio celibe sessantunenne Andrea e l’anziana moglie si sono chiusi in casa con il loro dolore.
Il 22 aprile, intorno alle 2 del mattino, un malore improvviso non ha lasciato scampo al figlio Andrea (1961) e solo dopo 3 giorni, esattamente il 25 aprile sempre alle 2 del mattino anche il cuore della mamma Emidia Bacchi (1941)ha cessato di battere.
Non solo, la famiglia possedeva anche due cagnolini, morti anche loro in quei giorni di lutto.
Una volta si diceva sono morti di crepacuore.
Il crepacuore per la perdita di una persona amata può colpire anche chi ha le coronarie ben pulite e ben funzionanti. Il colpo arriva dal sistema nervoso simpatico attraverso una tale scarica di ormoni, le catecolamine, in grado di danneggiare il cuore, specie in persone fragili perché in là con gli anni o malate.
Mai come in questo caso si può dire che la morte dell’anziano patriarca abbia destabilizzato così tanto gli eredi da non lasciargli motivi validi per continuare a vivere. Una storia tragica e allo stesso tempo incredibile.