Sostenuto nelle missioni di fango da Silvana Cortignani che non vede di buon occhio diversi colleghi. Da Viterbo a Varese poi il ritorno, ecco la scia lasciata a futura memoria…
VITERBO – Sono ormai settimane, precisamente da quando è iniziata questa lunga campagna elettorale, che finalmente la vera indole di Carlo Galeotti, giornalista formatosi al Corriere di Viterbo ai tempi di Gateano Messina morto qualche giorno fa e che su di lui aveva le idee chiare, è uscita alla luce del sole.
Tutti lo ricordano, almeno quelli che lavorarono nella redazione bi-piano di via del Giglio 3 a Viterbo aperta dai fratelli Mosca.
Chi non lo ricorda con quei maglioni assurdi e camice da boscaiolo del Wyoming. Capelli lavati nei giorni di pioggia e la filosofia primitiva sull’uomo “l’omo è omo e deve puzzà”.
Nessuno ha mai legato con lui tant’è che quando gli editori lo misero alla guida del giornale cartaceo più letto del territorio, Il Corriere di Viterbo (vendeva decine di migliaia di copie mica pizze e fichi) riuscì a portarlo al collasso tanto da essere messo nelle condizioni di andarsene.
Migrò accolto dai “compagni” nel nord, nel varesotto se non ricordiamo male. Lì fu tra i pionieri dei giornali web. Lo aiutarono anche a cambiare abitudini. La mattina ci si lava, si cambia la camicia, le mutande, le calze e ci si lava i denti. Qualcosa ha imparato ma non tutto.
Tornato a Viterbo con il nuovo mestiere aveva un problema, le risorse economiche.
La “fame” era tanta e quel Carletto mansueto e mite annaspava con la raccolta di pubblicità. Chiese aiuto ai vecchi colleghi e trovò, bontà sua, chi lo aiutò (purtroppo anche noi).
Si avventurò anche con la televisione ma anche questa esperienza naufragò miseramente. Ma il suo Tusciaué (Tusciaweb, ndr) era in vantaggio rispetto a tutti gli altri e cominciò a crescere fino a diventare quello che crede di essere oggi. L’unico depositario delle verità. L’unico giornale da leggere. Quelli convinti che i loro contenuti sono da tenere in considerazione e tutto il resto è fuffa.
Basta leggere la lettera ai cittadini di Viterbo scritta da Chiara Frontini per capire a cosa ci stiamo riferendo:
Viterbo, Chiara Frontini lancia un “vaffa” a Tusciaweb. “Sì al confronto, ma non con Galeotti”
Ha iniziato a far crescere la redazione. Ci hanno lavorato e ci lavorano ottimi giornalisti. Uno su tutti, almeno a nostro modestissimo parere, è il raffinatissimo e sagace Giuseppe Ferlicca.
Quando ti imbatti nei suoi articoli capisci come è semplice essere bravi giornalisti.
Poi c’è Silvana Cortignani. Lei ha iniziato a lavorare con un settimanale edito da Silvano D’Ascanio che, all’epoca, era il concessionario della pubblicità del Corriere di Viterbo con lo storico Studio Uno. Silvana veniva dalla Radio. Radio Verde per la precisione. E come al solito la voce quando girà sull’etere nasconde l’involucro nascosto dentro il gabbiotto di trasmissione.
Finita quell’esperienza e girato vari giornali e alla fine, è riuscita a trovare una sistemazione fissa (contrattualmente difficile capire quale) approdando a Tusciaué (Tusciaweb, ndr). Il suo lavoro è il più duro di tutti per un giornalista alle prime armi. Stare ore ore in Tribunale a prendere appunti sui processi. In genere i ragazzi che lo fanno emergono e volano via. Lei no. Non è stata mai promossa. Sono decenni che fa la cronista di giudiziaria da non confondere con chi la giudiziaria la fa da Dio e cioè Fiorenza Sarzanini, Giacomo Amadori, Clemente Pistilli, Vincenzo Bisbiglia ecc.
Questi fanno gli scoop anticipando le procure con le loro inchieste. La Cortignani fa il registratore umano. Scrive il giorno dopo l’esito delle udienze. Si guarda bene però dallo scrivere il seguito e cioè quello che accade normalmente negli altri due gradi di giudizio o se le inchieste si chiudono in modo diverso da come le ha raccontate.
Si potrebbero fare mille esempi di persone messe alla gogna con giorni e giorni di assurdi articoli alla fine prosciolti ma di cui non ha dato mai notizia.
Oggi l’ennesimo colpo di teatro. Silvana Cortignani non vede di buon occhio qualche collega e oggi, da servitrice asseverata al sistema Galeotti ne ha ridato prova.
Ha dato notizia di un processo che ci riguardava del 2020. Era evidentemente a corto di notizie e la teneva ben nascosta nel cassetto per tirarla fuori al momento giusto. Oppure non deve essere andato giù al suo “capo” il fatto di aver riportato sul nostro Blog la lettera di Chiara Frontini.
La notizia è questa:
Peccato. Quando si scrive una notizia vecchia di oltre due anni bisognerebbe almeno informarsi sugli esiti che in realtà sono stati questi, per buona pace di Carlo Galeotti e della collega Silvana Cortignani: (Ps: ci dispiace anche per l’ex vice prefetto di Montefiascone che ha speso tanti soldi per gli avvocati ovviamente):
Una causa totalmente inutile. Totalmente inefficace. Conclusasi nel nulla. Quindicimila euro che non saranno dati a nessuno a differenza di quanto erroneamente scritto da Tusciaué (Tusciaweb, ndr).
Ma questo però non fa notizia. Non è un buon momento per chi è abituato a fare il “boss” dell’informazione in città. Quando qualcuno lo sfiora solo col pensiero lui attacca. Avevamo deciso di ignorarlo ma lo abbiamo fatto per troppo tempo. Adesso è tornato il momento di rimette l’elmetto.
Siamo convinti che tante altre cose stiano bollendo nella pentola di Galeotti a cominciare dagli attacchi compiuti ai danni dell’ex Prefetto Giovanni Bruno.
La leggerezza nell’utilizzo della parola “pregiudicato” è nelle corde di questo pseudo personaggio che pensa di essere immortale, giornalisticamente parlando. Il mondo girà da sempre. Girerà ancora. Girerà anche per lui. Basta saper aspettare.