NARA – Shinzo Abe non ce l’ha fatta. Secondo quanto riportano le tv locali, l’ex premier del Giappone, rimasto vittima di un attentato nella giornata odierna, è morto all’ospedale a causa delle ferite riportate al collo e alla schiena. Contro Abe sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco pochi minuti dopo che aveva iniziato il suo discorso oggi a Nara, nell’ovest del Giappone.
È stato subito trasportato in ospedale per cure d’emergenza ma non respirava e il cuore si era fermato. È stato successivamente dichiarato morto in ospedale. Abe, 67 anni, era il leader giapponese ad aver prestato servizio più a lungo: fu in carica dal 2006 al 2007 e poi dal 2012 al 2020, anno in cui rassegnò le dimissioni per problemi di salute. La polizia ha arrestato l’assalitore sul luogo dell’attacco. Il Giappone è in shock dopo l’attentato, visto che si tratta di un Paese noto come uno dei più sicuri al mondo.
Nato in un’importante famiglia politica, Shinzo Abe, è stato il primo ministro più longevo del paese. Gli viene riconosciuto di aver portato un certo grado di stabilità al Giappone dopo un periodo di malessere economico, mentre in politica estera Abe si è inimicato la Corea del Sud e la Cina, insieme a molti giapponesi, per la sua retorica nazionalista e gli appelli a rivedere la costituzione pacifista del paese. Il suo partito, di area conservatrice, Partito Liberal Democratico, è stato alla guida praticamente incontrastata del paese dal 1955 al 2009, salvo una parentesi di governo dal 1994 al 1996 con il Partito Socialista Giapponese.
La polizia nel frattempo ha arrestato l’attentatore, Tetsuya Yamagami, che ha ucciso Abe “non per credo politico”, ma perché “insoddisfatto” dalle sue politiche di Shizo Abe. Questo è quanto avrebbe confessato alla polizia dopo il suo arresto, secondo quanto riporta la tv pubblica Nhk. Lo scopo di Yagamay era “di uccidere” Abe perché “provavo risentimento e insoddisfazione nei suoi confronti”.