I container della raccolta indifferenziata rimangono aperti a chiunque h24 sono totalmente fuori controllo
di Cristina Volpe Rinonapoli
Per chiunque dovesse apprendere questa storia non potrebbe non fare un’associazione alla famosa teoria sociologica coniata da James Q. Wilson e George L. Kelling nell’82.
“La teoria delle finestre rotte”
Secondo tale teoria, investendo le risorse, umane, finanziarie, nella cura dell’esistente e nel rispetto della civile convivenza si ottengono risultati migliori rispetto alla condotta dei cittadini.
Al contrario, trascurando l’ambiente urbano, si trasmettono segnali di deterioramento, di disinteresse e di non curanza. Ad esempio, l’esistenza di una finestra rotta (a cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale.
Se in una strada normale un giorno qualcuno, un teppista spacca una finestra con una sassata la gente viene sfavorevolmente colpita da questo episodio.
Ma se il giorno dopo nessuno la ripara e la gente continua a passare davanti vedendo che la finestra è ancora rotta e nessuno si prende l’impegno di ripararla comincia a pensare che sia normale che la finestra sia rotta. Il degrado esterno contribuisce a quello interno, da un ambiente degradato si possono generare comportamenti criminali lesivi della legge ed incuranti delle regole, dando per scontato e non eccezionale il degrado stesso.
A Montalto di Castro in tema di rifiuti di finestre rotte ce ne sono davvero tante, forse troppe. Si tratta di quelle delle stazioni mobili adibite alla raccolta differenziata, un fiore all’occhiello in termini di educazione ambientale ed avanguardia ecologista.
Indubbiamente un tema caldo, quello dei rifiuti, che ci si trovi in piccoli comuni o in grandi città, argomento da campagna elettorale e tallone di Achille di qualsiasi amministrazione. Non è di facile gestione ed implica una collaborazione: da un lato l’amministrazione che deve essere in grado di schierare soluzioni serie ed adeguate, dall’altro il comportamento dei cittadini, una bilancia che ha bisogno di entrambe le parti per poter restare nel giusto equilibrio. Montalto di Castro, che pur riuscendo a dotarsi da anni – anche- di questo moderna soluzione, da far invidia a grandi città che lo adottano solamente ora, azzera però il suo percorso.
Andando nel quartiere delle case Enel, si nota la stazione mobile, ma la vista è l’ultimo dei sensi che viene investito è piuttosto l’olfatto il primo, la struttura ha le finestrelle rotte, addio modernità, tessera rifiuti personalizzata, addio smaltimento differenziato, è diventata da gioiello della modernità un casalotto che è a tutti gli effetti una mini discarica proprio sotto le finestre di un centro abitato. Con tanto di miasmi dannosi per la salute che andranno nei polmoni dei malcapitati che li sopra ci abitano.
La ditta incaricata della manutenzione e funzionamento delle stazioni mobili la “Paoletti ecologia” non ha riparato la struttura e l’inciviltà delle persone ne ha fatto il simbolo dell’incuria.
“Li dentro viene gettato di tutto, questo provocherà spese ulteriori una volta che i rifiuti non differenziati verranno portati in discarica, ma non solo essendo rotte le finestre, è un danno ai cittadini moltaltesi poiché chiunque può arrivare e gettare dentro di tutto, anche da Paesi vicini, si perde il controllo degli evasori, alla società che gestisce l’appalto viene di fatto pagato un servizio che non fornisce ( tessere, software)- tuona il gruppo di Forza Italia di Montalto di Castro-La Paoletti ecologia è la società che gestisce questo appalto, è si spera che dovrà essere lei stessa a farsi carico dei costi maggiorati dovuti al mal funzionamento e non di sicuro ai montaltesi per il comportamento sbagliato di una minoranza di persone o di forestieri.
Sono settimane che ci stiamo attivando anche reperendo materiale fotografico che dimostra quanto questa storia, non solo perduri, ma sia ancora oggi la medesima sia per la stazione delle case dell’Enel come per quella del centro storico, in via Gravisca o sotto il piazzale dell’edicola alle porte delle mura. Abbiamo anche segnalato il tutto al Comune tramite Pec al fine di poter risolvere questo drammatico disservizio. Speriamo che il Comune- per ciò che gli compete- si attivi in tempi rapidi perché sono troppe settimane, se non mesi, che stiamo messi in questo degrado.”
Sentendo gli abitanti della zona, sicuramente dopo settimane e settimane in questo stato, il mal odore proveniente dalla stazione a volte, a seconda di come tira il vento li costringe a tenere le finestre chiuse.
“Un peccato che a causa dell’inciviltà di qualcuno ci si rimetta tutti. L’educazione al riciclo è un percorso cui noi montaltesi ci siamo dedicati tantissimo…secondo me vengono da fuori a buttarci dentro le cose” ci spiega un abitante della zona che preferisce non dare le generalità convinto di rappresentare il punto di vista di tutti gli abitanti.
Rifiuti, mal funzionamento, inciviltà, fanno di quello che era un fiore all’occhiello un incubo, nel palleggio di responsabilità, queste finestre rotte sono la causa di degrado e miasmi pericolosi per la salute umana.
“Se fossimo stati in campagna elettorale, l’avrebbero fatto aggiustare il giorno dopo…” conclude questo signore che qui sopra ha proprio i balconi.
Una storia di immondizia, di mala gestione, di una bilancia che per essere in equilibrio, coinvolgendo amministrazione e cittadini ha bisogno sicuramente di essere ritarata, aggiustando le stazioni con le finestre rotte ed in attesa che tutto venga ripristinato, speriamo che la famosa teoria sociologica, che sembra fatta apposta per descrivere questa storia, non si verifichi… anche se il degrado porta altro degrado e questo è indubbiamente vero.