VITERBO MEDIOEVALE

Quartiere S.pellegrino

Il quartiere di S. pellegrino è stato il cuore pulsante della Viterbo medioevale. Nel quartiere, costruito interamente in peperino grigio, sono visibili e visitabili diverse chiese e palazzi riconducibili al periodo di massimo splendore di Viterbo come: La chiesa di Santo Salvatore dei Molinari, la chiesa di San Pellegrino e il Palazzo degli Alessandri. La via centrale del quartiere rappresenta il collegamento tra le due piazze più importanti: piazza S.Pellegrino e piazza S.Carluccio. Da questa via centrale (via S.Pellegrino) si aprono un dedalo di viuzze con edifici annessi. Le vie sono rifinite da diversi profferli (forma architettonica costituita da un arco che sorregge una scalinata). Il quartiere San Pellegrino, oltre ad essere uno dei luoghi più visitati dai turisti, è anche sede di diversi festival che si svolgono durante l’anno.

Piazza della morte

Piazza della Morte prende il nome dalla confraternita dell’orazione e della morte che aveva sede lì, ma è conosciuta anche con il nome di San Tommaso per via della chiesa a lui dedicata. Il compito di questa confraternita era il dare sepoltura ai morti nelle campagne. La piazza, costruita quando il Castrum Viterbii era divenuto troppo piccolo per il crescente numero di popolazione, può essere quindi considerata una delle prime in città. Con la costruzione di palazzi annessi viene edificata anche la fontana con lo scopo di fornire acqua agli abitanti. Al confine tra Piazza della Morte e Piazza San Lorenzo si erge un ponte che sovrasta il vallo costruito intorno al Castrum per evitare invasioni di eserciti nemici. È anche presente la chiesa del convento di San Bernardino che raccolse le monache delle famiglie più importanti del territorio.

Piazza del Gesù

Piazza del Gesù prende il nome dall’omonima fontana costruita nel 1923 in stile misto mediovale e rinascimentale. La piazza nel medioevo assumeva un ruolo da protagonista per via di assemblee, cerimonie e parlamenti. Ad un lato si erge la chiesa di San Silvestro o chiesa del Gesù. In pieno stile romanico nella facciata è presente un piccolo campanile a vela ai cui lati sono poggiati un leone, simbolo di Marco, e un toro alato, simbolo di Luca. Inoltre sul lato sinistro dell’edificio è presente un’effige che ricorda l’assassinio di Enrico di Cornovaglia, cugino del re d’inghilterra Edoardo I, da parte dei cugini Guido e Simone di Montfort che volevano vendicare l’affronto che il loro padre aveva subito dal Re. Il delitto avvenne all’interno della chiesa di San Silvestro e anche Dante racconta l’avvenimento nel XII canto dell’Inferno della Divina Commedia.

Piazza del Comune

Piazza del Plebiscito o Piazza del Comune è il centro amministrativo e istituzionale della città dal 1264. Fino ad allora le riunioni comunali avvenivano nella chiesa di Santa Maria Nuova o a Piazza del Gesù. Inizialmente nella piazza, o meglio nel prato Cavallùccalo (nome della spianata precedente alla piazza), erano presenti solamente la chiesa di Sant’Angelo in Spatha e un cimitero annesso. Nel 1264 vengono costruiti i palazzi del Capitano del Popolo e del Podestà che tutt’oggi, seppur modificati da diverse ristrutturazioni, sono ancora visibili. La piazza come la conosciamo oggi venne terminata nel 1460 con la costruzione di Palazzo dei Priori. Adiacente alla facciata della chiesa di Sant’Angelo in Spatha è presente il sepolcro della Bella Galiana. La leggenda narra che la Galiana, una ragazza d’impareggiabile bellezza, aveva rubato il cuore di un nobile romano. Quest’ultimo venne a Viterbo per chiedere la mano della fanciulla ma la Galiana rispose negativamente alle avances. Il nobile romano non si fece abbattere e imperterrito riunì un esercito per conquistare Viterbo. Arrivato dinanzi alle mura cittadine mise la città sotto assedio spiegando che avrebbe terminato gli attacchi solo nel momento in cui avrebbe avuto la possibilità di parlare con Galiana. La ragazza, dall’alto di una torre, rifiutò di nuovo il matrimonio con il nobile romano che, preso dall’ira, scoccò una freccia e la uccise. La leggenda, si pensa, venne utilizzata per raccontare l’odio medioevale tra Roma e Viterbo.

All’interno di Palazzo dei Priori è presente un giardino con una fontana di peperino costruita nel 1624 dal viterbese Filippo Caparozzi. L’importanza del palazzo è dovuta anche agli affreschi presenti nelle sue stanze. Una delle più spettacolari è la Sala Reggia, in cui 6 grandi quadri ripercorrono gli avvenimenti storici più importanti per Viterbo.

Piazza San Lorenzo e la loggia papale

Piazza San Lorenzo con i suoi monumenti rappresenta i periodi storici più importanti per Viterbo. Appena si accede allo spiazzo centrale, grazie ad una parte delle antiche mura ancora intatte, è visibile l’epoca Etrusca, la prima della storia di Surina. Opposto alle antiche mura si erge il Palazzo Papale emblema del periodo più fiorente di Viterbo, ovvero quello in cui la città era sede della corte pontificia.

La cattedrale di San Lorenzo, annessa al palazzo papale e alla sede del vescovato di Viterbo, è una chiesa in pieno stile romanico e, come in altre strutture religiose viterbesi, anche qui sono avvenuti eventi storici molto importanti. Il 5 Aprile 1268 il papa Clemente IV dall’altare della cattedrale scomunicò Corradino Di Svevia, ultimo erede della casa imperiale degli Hohenstaufen e del regno di Sicilia.

La realizzazione della chiesa è stata frutto di una metamorfosi lunga quanto la storia della città. Inizialmente al posto della cattedrale era presente un tempio etrusco e successivamente uno romano in onore di Ercole. Con l’avvento del cristianesimo venne eretta una pieve in onore di San Lorenzo che con il passare dei secoli venne trasformata nell’odierna cattedrale.

Al lato della chiesa si erge il maestoso campanile in stile gotico edificato nel 1369.

Nella parte settentrionale della piazza è presente il Palazzo Papale. Terminato nel 1266 e voluto dal capitano del popolo Raniero Gatti, aveva il compito di offrire un degno luogo di residenza per la corte ponteficia. La bellissima loggia è stata terminata un anno dopo rispetto al palazzo e aveva la funzione di “altare” da cui il papa poteva impartire benedizioni e salutare le folle di pellegrini.

Inizialmente la loggia era coperta da un grande tetto in legno sorretto da due strutture di arcate gemelle che si ergevano una di fronte all’altra. Oggi di questa struttura rimane solo una di queste due costruzioni di archi, quella anteriore.

Pianoscarano

Il quartiere di Pianoscarano è uno dei più antichi della città di Viterbo. Il nome Scarano sembra derivare dal termine longobardo “Squara”, cioè schiera, luogo dove erano accampate le truppe.
La zona di Pianoscarano e quella adiacente di San Pellegrino erano separate da una piccola valle al cui interno scorreva il torrente Paradosso (oggi non più visibile perchè interrato). Il collegamento tra i due quartieri avveniva tramite il ponte che prende il nome dal corso d’acqua.

Al centro di Pianoscarano si trova la fontana di “Piano”. Quella che vediamo oggi risale al 1376, originariamente al suo posto ne era presente un’altra che però venne distrutta nel 1367 perché causa della sommossa cittadina  contro i cardinali al seguito di papa Urbano V.  In quell’anno il papa, rientrato da Avignone e diretto a Roma, fece sosta a Viterbo con tutta la corte. Un giorno uno dei servi del cardinale francese Carcassona, si mise a lavare il suo cane nella fontana. Una donna viterbese, vedendo l’animale sporcare l’acqua dell’unica fonte potabile per il quartiere, denunciò l’accaduto.  La corte francese si fece beffe delle rimostranze della donna e questo scatenò una rivolta popolare degli abitanti di Pianoscarano. Il risultato fu l’uccisione della donna e una sommossa che si propagò a macchia d’olio in tutta la città. La repressione da parte della gendarmeria francese fu molto dura, vennero impiccati 10 viterbesi, demolite le torri della città finoall’altezza dei tetti ed infine distrutta la fontana di Piano.

Nel quartiere sono presenti due chiese in stile romanico, quelle di San Andrea e di San Carlo.

di Fabio Musicco