Bracciano – Chi non ha avuto problematiche con l’Ufficio Tributi di Bracciano? Dopo i calcoli degli importi per eccesso dell’ultima bolletta dell’acqua 2015, poi ridimensionati con tante scuse, dopo le proteste di molti cittadini che si sono visti recapitare richieste di pagamento cadute ormai in prescrizione, dopo le lagnanze di coloro che si vedono negare la possibilità di conoscere la propria posizione dare/avere dei tributi, sentendosi rispondere di rivolgersi direttamente alle società che li gestiscono per conto del nostro Comune (il caso CERIN è di fresca memoria), ecco un caso emblematico emerso nei giorni scorsi e non ancora conclusosi, vittima una nostra concittadina.
La storia ha inizio nel novembre scorso. La signora O.F. si reca all’Ufficio Tributi perché, dovendo assentarsi per lungo tempo da Bracciano, ha bisogno di verificare che non ci siano pagamenti in sospeso. Da un controllo dell’impiegata risulta una bolletta del 2009/2010, della quale non aveva ricevuto l’avviso, ma che salda immediatamente, e poi nient’altro, come le viene assicurato. C’era anche una bolletta del 2008 di circa 300 euro, contestata nel 2014 per via dell’importo e in attesa che si chiudesse il contenzioso in atto,in quanto l’Ufficio Tributi si era rifiutato di ricalcolarla, e la signora O.F. era stata costretta a delegare il suo avvocato. Quindi tutto in ordine.
Con l’occasione, la signora fa presente di voler staccare il contatore dell’acqua da un locale di sua proprietà, inutilizzato dal 2008, il cui consumo da allora non era mai stato verificato da parte degli incaricati del Comune, né era mai stato calcolato il conguaglio dell’autolettura presentata dalla proprietaria. Il Comune manda a staccare il contatore e la signora finalmente parte tranquilla. Al suo ritorno a Bracciano, a fine aprile, però trova una brutta sorpresa: la sua auto è stata bloccata per morosità. Da una breve indagine scopre che la causa risale a una raccomandata spedita dal Comune l’11 novembre 2015 (cioè subito dopo la verifica dell’utente) con la richiesta di 9 euro, corrispondente al conguaglio dovuto all’Ufficio Idrico, di cui non risulta alcun avviso nella sua cassetta della posta.
A sua insaputa, dopo cinque mesi i 9 euro sono diventati 110 per interessi di mora ed è scattato il fermo auto. Torna in Comune per chiedere spiegazioni, ma l’Ufficio Tributi nega qualsiasi responsabilità, le risponde di rivolgersi alla Beinasco Centro, la ditta incaricata della riscossione delle bollette dell’acqua. Dopo molte insistenze l’Ufficio Idrico le rilascia un documento da presentare all’ACI con la conferma del pagamento dei 110 euro (in realtà la signora non li aveva ancora pagati) e la revoca del fermo auto. L’ACI però contesta il documento perché manca il timbro del comune e la firma dell’impiegato comunale, lamentando che si tratta del terzo caso analogo che gli si presenta. Nel frattempo la signora ha pagato i 110 euro, ma inizia il rimpallo col Comune, e a tutt’oggi non è ancora riuscita a rientrare in possesso dell’auto. Anzi, la disavventura kafkiana ha portato all’esasperazione, non la signora O.F., ma i dipendenti comunali che si sono permessi di inveire, trascendendo nel rispetto che sono tenuti a mantenere verso i cittadini, accusandola di aggressività e maleducazione. C’è chi riferisce, ma ci auguriamo che non si sia arrivati anche a questo, che la signora sia stata ripresa col video del telefonino da qualcuno dei responsabili all’interno dell’Ufficio Tributi.
Tutto è nato perché un’utente cercava di pagare le tasse!
Ass.Salviamo Bracciano