Non ha i numeri per governare, due bandi con i nomi già scritti, una segretaria “chiacchierata” e imposta d’ufficio, una società di vigilanza in crisi (che vogliono chiudere) e un sindaco che si vendica imponendo la sua presenza nel cda. Ed è solo l’inizio
CIVITAVECCHIA – Per il neo presidente dell’Autorità Portuale di Sistema Francesco Maria Di Majo non sarà una passeggiata affrontare le prossime settimane. La prima da risolvere è quella della composizione del comitato di gestione (ex comitato portuale), un vero consiglio d’amministrazione con tanti poteri, anche quelli di bocciare la già designata (in modo illegittimo ovviamente) segretaria generale Roberta Macii (annunciata senza il voto favorevole del CG).
Su questo punto l’amministrazione più diligente è stata la Città Metropolitana di Roma che ha pubblicato il bando dal 10 al 25 novembre 2016 per individuare il membro del Comitato di gestione per l’Autorità di sistema portuale di Civitavecchia. Sempre per l’Adsp del Tirreno Centro-Settentrionale, il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, ha invece preferito tagliare la testa al toro e nominare se stesso, benché il suo curriculum da ingegnere informatico non coincida proprio con le super-competenze marittime richieste dalla legge. C’è in ballo il finanziamento da due milioni all’anno da rivendicare.
Il problema di questo comitato di gestione sono i numeri. Se le cose rimangono così, Di Majo potrebbe non avere la maggioranza e vedersi bocciare tante iniziative. I componenti del CG sono 5 più due. Uno nominato dalla Raggi (M5S), uno (in attesa di chiarimenti) è Antonio Cozzolino (M5S), uno dovrebbe essere Enrico Luciani (anche se il braccio destro di Di Majo ha chiesto ad Astorre di non far firmare il decreto già pronto), uno è il rappresentante delle capitanerie di porto di Civitavecchia (in genere il comandante) e per finire il presidente Di Majo.
Poi, in attesa degli emendamenti in corso nelle commissioni parlamentare per le estromissioni dai CG di città con i porti (vedi Fiumicino e Gaeta), durante gli argomenti inerenti i porti del “sistema” Civitavecchia, hanno diritto di voto i comandanti delle capitanerie di Porto (Fiumicino e Gaeta appunto).
Guardando la situazione non ha certo bisogno di un consigliere personale per capire che anche la Macii potrebbe essere bocciata dal comitato di gestione visto che, non solo non ha discusso il suo curriculum (tutt’altro che autorevole) ma, di fatto, l’ha imposta ad un comitato fantasma.
Altra grana sono i bandi. Dopo che prima noi, poi il Codacons avevano sottolineato le criticità, il presidente ha fatto un passo indietro (si fa per dire) e li ha fatti correggere.
Questi bandi servono per far entrare due figure a Molo Vespucci, una quella di Ivan Magrì (il cui nome è già stato segnalato a Cantone) indicato come uomo staff del presidente.
L’altra, quella legata invece alla figura che dovrà sostituire per un po’ di tempo Pasqualino Monti, sembra proprio essere quella di Paolo Risso.
Un curriculum importante (e molto discusso) tra Lait e Asl di Civitavecchia.
Chi è Ivan Magrì lo scriveremo più avanti, raccontando la sua affascinante storia, da come ha iniziato gli studi della lingua inglese a Londra a come ha lavorato per la Seport (e quanto) e in alcune associazioni politiche.
Insomma c’è da raccontare.
Così come Paolo Risso, al quale riserveremo più di un capitolo, questo per far capire come e perché piombi d’improvviso qui.
Vi domanderete, ma i bandi a cosa servono allora?
Una domanda che dovreste rivolgere all’ufficio stampa di Molo Vespucci (ammesso che qualcuno risponda).
Per chiudere (suona come una beffa) il capitolo PAS, la società di vigilanza. Qualcuno sta spingendo per farla chiudere, i sindacati sono avvisati.
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