Quando la solidarietà non conosce distanze

“Se vogliamo siamo una grande Nazione e un grande Popolo” con queste parole, pronunciate dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, vogliamo introdurre un’articolo dove, lo stesso sindaco di Amatrice ringrazia telefonicamente Emilio Signori un locandiere di Tirli in provincia di Grosseto, distante oltre 300 Km dalle zone terremotate, che ha messo a disposizione la sua locanda “La Luna” con 20 posti letto per ospitare fino a fine marzo, i terremotati e le vittime strette nella morsa del gelo nel centro Italia.

Sicuramente anche a Viterbo si può sostenere l’iniziativa, lanciata da Viterbo Civica e accolta a braccia aperte sia dal Comune di Viterbo che dall’associazione Stay in Tuscia, per dare un momento di conforto a tutte le famiglie in difficoltà, considerato il fatto che Amatrice dista poco più di 150 Km da Viterbo.

Sappiamo che comunque già alcune famiglie sono state accolte nel Viterbese aspettiamo a braccia aperte chi vorrà usufruire di tale opportunità.

Dove non sono presenti le istituzione ci sta un grande popolo che è stato sempre unito e pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà, questa è l’Italia.

Vi riportiamo l’articolo per intero.

Locandiere accoglie gratis 20 terremotati, sindaco di Amatrice: “Vorrei abbracciarti e dirti grazie”

Emilio Signori è un locandiere patriota che con il suo buon cuore accoglie nel suo locale “La Luna” 20 italiani terremotati gratuitamente, offrendo loro vitto e alloggio gratis, ovviamente senza ottenere 1€ dallo Stato italiano, che regala soldi a pioggia per gli albergatori parassiti che accolgono clandestini e potenziali terroristi. Il sindaco di Amatrice Pirozzi gli telefona commosso per ringraziarlo.

GROSSETO. Non trattiene la commozione Emilio Signori, titolare della locanda La Luna che solo due giorni fa ha deciso di mettere a disposizione le sue camere da letto a Tirli per accogliere i terremotati e le vittime strette nella morsa del gelo nel centro Italia, e ora già raccoglie i primi frutti.

Poco dopo aver lanciato il suo appello via Fb e sul Tirreno («metto a disposizione 20 posti letto fino a fine marzo…»), Emilio ha già ricevuto e sta ricevendo ampia risposta con centinaia di telefonate e messaggi da tutt’Italia e altre parti del mondo («gente che mi ringrazia, che mi offre aiuto, che vuol offrire ai terremotati altre case o pasti caldi»). Il suo post ha superato le 2000 condivisioni e il primo cittadino di Amatrice Sergio Pirozzi l’ha chiamato ieri per tributargli un abbraccio virtuale, stracolmo di emozione. «Se potessi verrei là ad abbracciarti per dirti grazie, mi ha detto».

Signori, 42 anni, follonichese, possiede da un ventennio quest’attività di famiglia a Tirli: è un noto ristorante/locanda, con camere da letto che d’inverno sono praticamente vuote (o quasi). Lui ha deciso di spalancarle a chi ha bisogno, e le segnalazioni, le richieste, i messaggi sul suo cellulare sono letteralmente esplosi. La notizia è arrivata fino a Rieti, Amatrice, Camerino, ai paesi più colpiti. «Sono una mamma di un bimbo di 10 mesi che vive nelle zone terremotate e che è riuscita a mettersi al sicuro – gli ha scritto per whatsapp una ragazza – Voglio dirle grazie perché è proprio grazie a persone come lei che non siamo soli e che diminuisce la paura. Che dio vi benedica». E un altro: «Grazie a nome del popolo italiano, se tutti facessero come lei il problema sarebbe risolto in 12 ore per tutti i nostri sfortunati connazionali. Io abito troppo lontano dalle zone del sisma e non saprei come aiutarli, ma grazie».

Signori – frastornato da un’eco così vasta e inattesa («il mio è un gesto normalissimo») – è stato contattato dal primo cittadino di Amatrice, che gli ha comunicato il suo apprezzamento. «Il mio popolo – mi ha detto il sindaco – è psicologicamente stremato, ma voi toscani siete i numeri uno». A Tirli i letti sono fatti, le camere calde e già a disposizione di chi ha bisogno e riesce a raggiungerle dalle zone piegate da terremoto, neve e gelo. I posti allestiti sono al momento 18 ma se c’è ancora richiesta possono aggiungersene altri tre, in riserva. «Non appena le persone arriveranno come spero veramente dal profondo del cuore – conclude il ristoratore – inizieremo a fare un punto raccolta di indumenti e generi di prima necessità che chiunque potrà portare. Sarà gradito di tutto: cibo, vestiti. Anche solo un sorriso, una chiacchierata, un momento di conforto per tutte queste persone che stanno soffrendo tantissimo, hanno perso la casa e i loro affetti». Per inciso: come se non bastasse il ristorante/locanda offrirà anche i pasti.

Tratto da Il Tirreno