G20. Benotti: andiamoci piano a dire che è stato un fallimento. Guardiamo invece con speranza al G7 di Taormina

BADEN – Il summit di Baden-Baden (Germania) dei ministri finanziari e dei banchieri centrali del g20 si è concluso con uno scarno comunicato dove nessun impegno viene preso rispetto al protezionismo e ai cambiamenti climatici. Ma, sottolinea il professor Mario Benotti, docente di geopolitica a Tor Vergata e a alla Templeton University di Philadelphia, oltre che presidente del Consorzio Optel, “pur mancando ancora di fatto un accordo soddisfacente, i partecipanti al vertice hanno formulato un richiamo a lavorare per rafforzare il contributo del commercio mondiale alla crescita economica”. E questo, sottolinea Benotti, “sebbene la delegazione statunitense non avesse ricevuto alcuna istruzione da Washington su chiari impegni per contrastare il protezionismo e mettere risorse per combattere i cambiamenti climatici”.

In realtà, osserva il presidente di Optel, “gli Stati Uniti sono pronti a rinegoziare gli accordi internazionali sul libero commercio, inclusi quelli incastonati nel Wto, e in particolare il Nafta, l’accordo di libero commercio tra Canada, Stati Uniti e Messico, in quanto considerano che intere  parti del Wto non vengono applicate e vogliono metterle a regime nell’interesse dei lavoratori americani. Per l’amministrazione Trump, rileva Benotti, “se questi accordi risultassero vecchi, andrebbero allora rinegoziati”.

Benotti non è d’accordo dunque con l’ipotesi che si stia compiendo un passo indietro nello sforzo di coordinamento che ha contraddistinto la diplomazia economica degli ultimi vent’anni. “Se gli americani – racconta a FarodiRoma.it – hanno chiesto e ottenuto di far cadere ogni riferimento a impegni multilaterali, a un commercio basato sulle regole, è anche vero che i 20 parlano comunque nel comunicato parlano di ‘commercio equo’, ovvero fondato su regole bilaterali”. Così pure, continua Benotti, “mentre dalla bozza del documento è sparito ogni riferimento alla lotta ai cambiamenti climatici i 20 avevano già assunto in precedenza l’impegno a far sì che l’accordo di Parigi sul clima entrasse in vigore il prima possibile”.

Insomma, suggerisce il professor Benotti, “questo G20 non andrebbe raccontato come un fallimento tout court perchè le cose avrebbero potuto andare molto peggio di così”. Il G20, infatti, ha preso l’impegno a “strette consultazioni sul mercato dei cambi”, la conferma “degli impegni precedenti” perché vengano evitate svalutazioni competitive e a procedere nella definizione delle nuove regole di “Basilea tre” su banche e finanza.

“E soprattutto – spiega Benotti – il fattore Donald Trump non è ancora davvero in campo a livello internazionale, perché la squadra della nuova amministrazione è ancora in gran parte da costruire. La verità è che il neo presidente Usa è ancora intento a mostrare i muscoli ai suoi elettori. Ma un sano realismo si può ancora sperare che possa prevalere nella sua politica internazionale”.

“Lo vedremo al G7 di Taormina – prevede il presidente di Optel – quando Trump sarà  il primo presidente degli Stati Uniti d’America a mettere piede in Sicilia in tempi di pace e  si discuterà, tra le altre cose, delle situazioni di crisi a livello internazionale, soprattutto nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, e del problema della migrazione e dei profughi, come ha dichiarato il nostro premier Paolo Gentiloni in un’intervista all’agenzia russa Tass. Un appuntamento davvero decisivo, anche per la presenza dell’Italia nel Consiglio di sicurezza dell’Onu assieme alla Francia, al Giappone, alla Gran Bretagna e agli Usa (membri del G7) che favorirà la creazione di una visione comune sui temi di attualità mondiale” e contribuiràad  includere nell’agenda del G7, come auspicato da Gentiloni, i temi della stabilizzazione e dello sviluppo in Africa, soprattutto nei Paesi a sud del Sahara, i cui avvenimenti si riflettono sull’Europa e in seguito influenzano tutto il pianeta”.

“Speriamo – conclude infine Benotti – che il lavoro al Consiglio di sicurezza permetta di ottenere la partecipazione costruttiva della Russia nella ricerca delle soluzioni, perché il G7 possa dare un contributo importante insieme ai partner internazionali, inclusa la Russia, nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo. E’ molto importante sradicare questi fenomeni, contrapponendo loro la tolleranza, il pluralismo, il dialogo interculturale e inter-religioso”.

 

Sante Cavalleri