#Tarquinia2017 – Confronto pubblico tra i candidati sindaco. Tantissima gente e un primo vincitore ai punti: Gianni Moscherini

Pietro Mencarini bocciato e decisamente spaesato. Renato Bacciardi furbo e pacato. Ernesto Cesarini pronto per accogliere migliaia di migranti. Gianni Moscherini concreto e convincente

TARQUINIA – L’incontro-dibattito, organizzato ieri sera dal Comitato Civico Tarquinia presso l’Hotel Tirreno tra gli aspiranti candidati sindaco, possiamo onestamente dire che è stato un successo. Format scontato. Quattro domande e 5 minuti di tempo per ciascun candidato di esprimere il proprio pensiero e dare anticipazioni sul programma.

Gianni Moscherini, Pietro Mencarini, Renato Bacciardi ed Ernesto Cesarini hanno avuto la prima occasione pubblica per far capire, anche agli indecisi, quali saranno le prospettive della Città nel caso di vittoria di uno piuttosto che dell’altro.

La grande delusione della serata, con giudizio unanime dei presenti, è stata la performance del candidato di Rinnova e Forza Italia e cioè Pietro Mencarini.

Pietro Mencarini

Non si è mai alzato dalla sedia. Stizzito per i due microfoni che avrebbe dovuto tenere in mano per cortesia dei presenti e della televisione che stava riprendendo. Al momento di argomentare è apparso privo di idee e scontato nelle dichiarazioni. Insomma, da un manager di stufe e bomboloni, da un ex presidente di un prestigioso istituto bancario, presidente dei beni della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia tutti si aspettavano qualcosa di più incisivo. Invece niente da fare. Sembra quasi che la sua discesa in campo sia stata dettata solo dalla sua avversione a Memmo Ranucci (colpevolmente assente) e nulla più. Anzi, continuano sempre più insistenti, le voci che vedrebbero il manager della Giove Gas, sensibilizzato a candidarsi con promesse future di grandi vendite di pellet e stufe presso centri di grande distribuzione. Sono chiacchiere da bar ovviamente ma, come si dice dalle nostre parti: “quando tuona da qualche parte piove”.

Renato Bacciardi è apparso politico abituato alle situazioni “pericolose”. Sapeva di doversi confrontare con un professore dei 5 Stelle e con un fuoriclasse della politica locale e nazionale.

Si è limitato a fare il minino indispensabile. Poco parole, sempre misurate, mai sopra le righe e, soprattutto, con tanti distinguo e presa di distanze dalla vecchia amministrazione della quale, suo malgrado, ha fatto parte. Detto alla cornetana, è stato paraculo.

Renato Bacciardi e Gianni Moscherini (la gente li vuole insieme)

Il professor Ernesto Cesarini ha decisamente dimostrato di avere nel dna la struttura portante del movimento di Beppe Grillo, la BUROCRAZIA. Ha dilettato gli astanti di leggi e emendamenti citati a memoria e nel dettaglio da far rabbrividire gli estensori delle stesse e degli stessi.

Quasi fosse il Messia si è detto pronto all’umana convivenza e all’assistenza di tutti i migranti che giungeranno a Tarquinia. Anzi, 35 euro per i grandi, 45 per i bambini sono pochi da assegnare quotidianamente ai migranti giunti in Italia. Facciamo il conto di una famiglia media italiana composta da babbo, mamma, due figli e una nonna.

Tre adulti per 35 euro giorno per 30 giorni di media per 12 mesi fanno la bellezza di 37 mila e 800 euro all’anno. A questo aggiungiamo 45 euro giorno e facciamo lo stesso calcolo che produce una spesa finale 48 mila 600 euro all’anno. Mettiamo insieme le due cifre: € 37.800 + € 48.600= € 86.400. Avete letto bene? Se ad un nucleo familiare di 5 persone italiane venissero dati oltre 86 mila euro all’anno come vivrebbero? Avrebbero difficoltà a pagare tasse o affitti? Tutto questo senza lavorare? Una politica suicida che non sappiamo dove lo porterà anche se, tutto sommato, sugli altri argomenti, non è stato mai in difficoltà nell’argomentarli.

Dulcis in fundo Gianni Moscherini. E’ apparso subito a tutto il divario e lo spessore della persona oltre che del politico. Preparato, istruito e, soprattutto, profondo conoscitore delle dinamiche politiche locali e nazionali. Non ha sbagliato un colpo e i continui applausi e il tripudio finale ne sono stati l’esempio più lampante. Una marcia in più. Una levatura e una differenza talmente profonda che non ci permetterebbe di svolgere adeguatamente un racconto asettico e senza trasporto. Per questo vi proponiamo uno dei suoi interventi.