Il “Risveglio” restaurato e l’imbecille di turno

Sono serviti due giorni di lavoro dei volontari di Viterbo Civica, l’impegno di un bravo artigiano carrozziere ed un onere economico di circa 300 euro per riportare al suo splendore la scultura dell’artista americano Seward Johnson, e dopo circa 6 ore è arrivato l’imbecille di turno per rendere vano il lavoro fatto.

Senza considerare che intorno alle ore 18:00, nonostante i vari cartelli che indicavano la presenza di vernice fresca molti giovani con, probabilmente, la presenza dei genitori, hanno continuato ad utilizzare il monumento come scivolo, ci auguriamo che si siano procurati qualche graffio nei loro delicati sederini.

Certi gesti sono da classificare come ignobili perché umiliano non tanto delle autentiche opere d’arte, quanto la nostra stessa dignità di uomini, ma Viterbo Civica non si scoraggia e armata di pennelli e vernice provvederà a ricancellare la bellissima firma apposta.

Ovviamente lo potrà fare tranquillamente alla luce del sole mentre chi usa bombolette spray, per porre le firme, lo dovrà fare di nascosto, come i topi, con i rischi che ne conseguono.

 

Sicuramente è scontato etichettare gli autori come dei “vandali”, che hanno in spregio il patrimonio pubblico e che meriterebbero di essere severamente puniti.

 

Ma cosa pensare quando i responsabili potrebbero essere giovani o, peggio ancora, minorenni? È corretta la definizione di “vandali”? Siamo sicuri che criminalizzare i giovani sia la strada giusta? Senza dubbio è la più semplice e sbrigativa, perché “vandali” non si nasce, ma si diventa.

 

E si diventa sostanzialmente per un’unica ragione: per abbandono da parte dei genitori, quando sono assenti nel percorso di crescita dei figli e abdicano al loro ruolo di educatori alla responsabilità verso sé e gli altri.

 

Certi genitori invece di generare figli dovrebbero farsi tante passeggiate immersi nel verde che forse gli illuminerebbero la mente.

 

Il tumore di questa società è la totale assenza di una buona conoscenza che svilupperebbe di conseguenza una coscienza tale da sviluppare un senso di cittadinanza e relativo attaccamento alle proprie radici culturali.

 

La verità è che nessuno, tolti pochi volenterosi genitori e docenti, ha insegnato ai giovani a conoscere e ad amare il patrimonio.

In Italia la storia dell’arte, vale a dire la storia delle città in cui viviamo e dei monumenti che ci circondano, è stata estromessa da buona parte delle scuole.

Una decisione paradossale per il nostro paese, a cui ancora non si pone rimedio.

Questo perché siamo abituati a reputare la storia dell’arte una disciplina, quando va bene, “facoltativa”.

E invece è l’esatto opposto. È una disciplina indispensabile, per appassionare e rendere più umani.

 

Qual è il contrario dell’abbandono? La presenza. Degli affetti e della conoscenza. L’educazione, insomma. E non può che essere l’educazione l’unica via per arginare la diffusa ignoranza, che inevitabilmente sfocia nell’ingiustizia, nella distruzione dei monumenti e nella profanazione dei luoghi sacri.

 

Si possono mettere telecamere, si possono punire i malfattori, ma non si risolve il problema se non ci si concentra sulle fondamenta dell’educazione, che è innanzitutto la presenza dei genitori accompagnata da una scuola che indirizza i giovani verso una conoscenza, una responsabilità ed una preparazione culturale di rispetto per il prossimo e di tutto ciò che ci circonda.

 

Se ci fosse veramente educazione civica tra i genitori dei figli che frequentano Valle Faul, dovrebbero organizzarsi per risalire all’autore e porre rimedio alla vigliaccata effettuata, contattando Viterbo Civica per ripulire la scritta.

 

Non ultima, e da non trascurare, è l’indifferenza e il menefreghismo in quanto crediamo, che nell’orario in cui è avvenuto tale gesto, è impossibile che non ci sia stato nessuno e che nessuno abbia visto tale sfregio, ma ovviamente non si interviene non ci si interessa tanto non stanno deturpando il muro di casa propria.

 

Purtroppo questo è ciò che pensa la gente: “Finché stanno un palmo dal proprio fondoschiena la cosa non li riguarda”, ci auguriamo che queste persone un giorno verranno ad imbrattare le vostre case.