Zingaretti non ci pensa proprio di passare a Tarquinia per sostenere Ranucci e si ferma a Montalto di Castro. Stessa sorte per Mencarini con Forza Italia che di facciata lo sostiene ma Tajani lo snobba e nessun azzurro si mette in lista con lui
TARQUINIA – Le elezioni amministrative del 2017 a Tarquinia saranno ricordate per la candidatura di Gianni Moscherini. L’ex presidente del Porto e sindaco di Civitavecchia ha messo d’accordo tutto il resto della masnada di pseudo politici che fino a ieri hanno deciso le sorti, in peggio ovviamente, della Capitale dell’Etruria (come la chiamerà Moscherini se diventerà sindaco).
Il Partito Democratico era la truppa da abbattere. Ci hanno pensato in gran parte da soli. Dieci anni di sindaco Mazzola, poco avvezzo alla lingua italiana e scarsamente efficace per l’economia della sua cittadina. Nell’ultimo quinquennio di governo non è riuscito a portare a termine un solo punto del suo programma. Anzi. Ha demolito passo passo il centro storico creando una situazione di crisi che ha spinto oltre il 60% dei commercianti a chiudere battenti.
Il Lido di Tarquinia divenuto dormitorio come Torre Maura a Roma. Di attrattivo, ricettivo e stimolante per i turisti niente. Zero.
Ha lasciato le redini in mano a Memmo Ranucci. Quest’ultimo, in diversi ruoli, consigliere, assessore e vice sindaco sta seduto nell’assise del Palazzo di Governo dal 1992. Sì, lucida quelle sedie e panche da 25 anni (diconsi venticinque anni).
Su chi è, che ha fatto e che cosa farà abbiamo scritto e detto di tutto. Basterebbe guardare l’ultima sua intervista al quotidiano online l’extra per capire come sia vuoto e demotivato. Lui si candida a fare il sindaco perché ama Tarquinia. Tutto il resto, secondo lui, sono chiacchiere.
Lo smacco più grosso per il PD è stato compiuto prima da Fioroni che non ha mai fatto cenno e neanche un appello al voto per il candidato dato perdente del PD. Stessa decisione e stessa impressione anche quella del Governatore della Regione Lazio che ha girato tutti i comuni della provincia di Viterbo al voto, andando perfino a Montalto di Castro e Pescia Romana ma si è ben guardato dal fermarsi a Tarquinia pur transitandoci con il corteo di auto blu.
L’altro “fregato” da un partito ufficiale è stato il candidato che tutti sanno essersi accordato con Ranucci per far perdere il centrodestra. Su di lui era scesa la benedizione di Forza Italia da parte del più perdente dei responsabili del partito a livello provinciale, Bacocco.
Risultato? Forza Italia non è riuscita a presentare una propria lista. Nel suo schieramento non solo non ci sono ex forzisti ma anche colui che un mese prima del voto era stato designato coordinatore cittadino dal Bakokko di turno si è guardato bene dall’accostarsi a Mencarini.
Il professore Cesarini, quello dei grillini per intenderci. In tutta la campagna elettorale ha saputo solo chiedere certificati a Moscherini.
La donna, Alessandrucci, piacevole persona e disastro per i cattocomunisti. Più voti prende e più il PD naufraga.
Infine Gianni Moscherini. Tutti lo volevano all’inizio e quando si è presentato ha subito gli attacchi e gli strali di tutti gli altri. Lo hanno sottovalutato. E’ partito svantaggiato ma pian piano ha scalato la montagna ed oggi sembra essere diventato, almeno così lo hanno fatto diventare gli altri candidati, il vero politico da battere. L’alternativa al nulla.
L’unico ad aver presentato un progetto. Da toccare, da vedere, immaginare e sognare. Gli altri solo bla bla.
Ha rotto gli schemi prima con Vittorio Sgarbi, boccaccesco personaggio dei giorni nostri ma che una cosa vera l’ha detta: “Questi signori che ci hanno governato fino ad oggi e che pensano di continuare a governare Tarquinia hanno pensato sempre e solo ai fatti loro e a mettercelo nel …..”.
Sgarbi rompe gli schemi ma a differenza di Ranucci e soprattutto Mazzola ha studiato (se pensiamo che il candidato del PD il primo libro che gli è venuto in mente è quello di Dan Peterson ci viene da palleggiare i zebedei).
Poi la sfida della movida e di rilanciare il Lido morente. Arriva Gabriel Garko per la gioia delle donne e i dj locali danno inizio alle danze. Si balla e ci si diverte. Basta con le solite finte inaugurazioni (come quella del teatrino di Ranucci) o la riasfaltatura delle rotatorie.
Tarquinia si trova davanti all’amletico pensiero che meglio di ogni altra mente umana fu rappresentato dal grande Steve Jobs e che meglio di tutti incarna Gianni Moscherini:
Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa… Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso… quello mi interessa.
Adesso c’è la grande attesa. Che faranno i cittadini di Tarquinia? Preferiranno continuare ad essere governati dal nulla? Sceglieranno di non vedere più i loro figli costretti a cercare lavoro fuori Tarquinia? Oppure avranno deciso di voltare pagina ed affrontare un futuro fatto di scommesse e di nuove energie in campo?
Domani, dopo le 23, l’arcano sarà svelato.
In bocca al lupo Tarquinia.