- Il ristorante Ditirambo ha perso una causa contro il Comune di Tarquinia e si è appellato. Essendo dei Zacchini il Comune rifiuta la costituzione della difesa in Tribunale ma, cosa ancor più grave, Stefano Zacchini è, di fatto, decaduto
TARQUINIA – Se non avessimo letto con i nostri occhi non ci avremmo mai creduto. Il sindaco Pietro Mencarini ha deliberato, insieme alla sua giunta (delibera della giunta n° 137 del 12-08-2017) e reputato non necessario autorizzare la difesa dell’Ente conferendo incarico ad un avvocato, al fine di tutelare gli interessi del Comune di Tarquinia, perché il ricorrente è tale Sandro Zacchini (fratello del consigliere Stefano)?
Atteniamoci ai fatti e scopriamo che in data 16.06.2017 al protocollo generale dell’Ente n. 16725, proposto da Sandro Zacchini presentava ricorso dinanzi al Tribunale di Civitavecchia contro il Comune di Tarquinia, in persona del sindaco pro tempore, per la riforma della sentenza n. 790/2016 emessa dal Giudice di Pace di Civitavecchia che ha rigettato il ricorso
presentato per l’annullamento, previa sospensione dell’esecutività, delle Ordinanze di ingiunzione di pagamento n. 9124, Prot. n. 4955; n. 9125, Prot. n. 4956 e n. 9126, Prot. n. 4957.
In poche parole la società Ditirambo deve pagare quanto intimato dal giudice ma, avendone facoltà, ha deciso di ricorrere avverso questa decisione.
Preso atto che il Comune ha l’obbligo di intraprendere ogni utile iniziativa che possa salvaguardare gli interessi del Comune e difendere la valenza giuridica del proprio operato doveva costituirsi in giudizio e far valere la sentenza di primo grado.
Gli uffici preposti e i dirigenti, quindi, avevano predisposto una delibera da far passare in giunta, per la costituzione in giudizio e la nomina del difensore di fiducia.
Forse, caso unico in Italia, Mencarini e i suoi assessori hanno espresso voto contrario e il Comune non farà valere i suoi diritti con il rischio di perdere in secondo grado una causa, di fatto, già stravinta.
Sull’opportunità politica e le eventuali segnalazioni alla Corte dei Conti ci penseranno dai banchi dell’opposizione ma, questa delibera che avete letto prima e che vi riproponiamo (qui) ci ha spinto a fare una piccola ricerca.
Alla data di ieri, eseguendo una visura alla Camera di Commercio, abbiamo scoperto che la società è ancora intestata alla signora Elisabetta Tini, mamma purtroppo defunta dei Zacchini. (guarda la visura camerale)
L’ultimo aggiornamento registrato in Camera di Commercio risale al 23 dicembre 2015 e quindi, l’atto successorio, non è stato ancora registrato.
Cosa significa questo. Significa che la società è in quota parte a tutti gli eredi Zacchini e quindi anche al consigliere Stefano che doveva, al momento del primo consiglio comunale, dichiarare il contenzioso e decidere se sanarlo o dimettersi dall’incarico.
Non ha fatto nulla di ciò e quindi, di fatto, quando la segretaria generale prenderà atto di quei documenti, dovrà comunicare la decadenza del consigliere comunale alla Prefettura di Viterbo.
Sulla delibera, tra le altre cose, è stato dichiarato un falso. Sandro Zacchini non può essere amministratore unico della società ma in quota parte con gli altri fratelli eredi o almeno così si evince dall’unico atto ufficialmente riconosciuto che è la visura camerale.
Questo precedente, tra le altre cose, è di una gravità inaudita. Il Comune non tutela gli interessi del proprio patrimonio perché i diretti interessati sono in conflitto con la maggioranza.
Credo che il sindaco debba rispondere di questo atto così grave ai cittadini anche perché non è certo questo quello che si aspettavano di veder fare dall’uomo del cambiamento.
Siamo pronti a recepire qualsiasi chiarimento da parte dell’amministrazione Mencarini ma, difronte a tale evidenza, credo che le parole servano a poco e come atto riparatorio provvedere all’immediata nomina di un avvocato a tutela del Comune che lui e la sua maggioranza dovrebbero difendere e non il contrario.
Sul fatto che Sandro Zacchini non abbia alcun ruolo ufficiale nella Ditirambo, che ricordiamo, organizza la grande manifestazione dell’Oktoberfest, lo si evince sempre dalla Camera di Commercio (leggi qui).