Pirozzi più vicino alla candidatura: ad ascoltarlo Meloni e Salvini, Berlusconi tentenna ma il popolo sta con il sindaco di Amatrice

Ieri bagno di folla (circa tremila persone) per la presentazione del suo libro, in prima fila Salvini e Meloni. Tiepida Forza Italia (non si è visto nessun volto noto): il sindaco-allenatore dovrà convincere Silvio Berlusconi

ROMA – Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi è sempre più vicino alla candidatura come governatore della Regione Lazio per il centrodestra. Ieri pomeriggio l’allenatore di pallone, sindaco come seconda attività, scaraventato con il terremoto che ha distrutto Amatrice e le sue frazioni al centro della politica nazionale, ha presentato il suo libro “La scossa dello scarpone. Anatomia di una passione sociale”.

La sala delle Fontane all’Eur è piena di centinaia di persone, arrivate non solo da Roma e da Rieti, ma anche da Viterbo e dalle altre province e paesi del Lazio. In prima fila il leader della Lega Matteo Salvini e la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, un po’ più in là Nicola Zingaretti, forse suo prossimo avversario. Non manca poi Francesco Storace, assessori in carica e vecchie facce della destra romana.

Dimostrando una eccellente e per certi versi inaspettata padronanza dell’arte della politica, Sergio Pirozzi non ha ufficializzato ieri – come da attese – la candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Il sindaco di Amatrice si è limitato a presentare a Roma il suo libro – «La scossa dello scarpone» – temporeggiando su una scelta che una parte del centrodestra avrebbe vissuto come forzatura.

Con gli occhi puntati sulle elezioni regionali siciliane del 5 novembre, Berlusconi, Meloni e Salvini non hanno messo ancora testa alla scelta di un candidato unitario da far correre contro il presidente uscente della Regione, Nicola Zingaretti, e la grillina Roberta Lombardi.

Pirozzi, che è stato attivissimo nella complessa gestione del dopo terremoto, sfruttando al meglio anche l’onda lunga dei media, si è costruito un’immagine politica che ormai va oltre quella di sindaco di una piccola città. La lista civica nata intorno a lui viene accreditata fino ad un lusinghiero (ma quanto reale?) 20 per cento.

Ma questo non basta: perché, nonostante le simpatie di Meloni e Salvini, bisognerà convincere Berlusconi; perché tutti dovranno essere sufficientemente sicuri che Pirozzi sia la persona giusta per evitare la terza, pessima gestione dopo quelle di Francesco Storace e Renata Polverini; perché, chiunque sia il candidato, occorre predisporre un programma credibile e di alto profilo.

Tre condizioni che, per ora, non si sono ancora create. E che – forse proprio per questo hanno indotto Pirozzi a non farsi trovare in campo prima del tempo. Anche perché i richiami alla prudenza sono già arrivati. Nei giorni scorsi, per citarne uno, il forzista di anodina fede berlusconiana Maurizio Gasparri, intervistato da Il Foglio, ha chiesto a Pirozzi di “farsi una domanda e darsi una risposta: ce la posso fare? Non tanto a vincere, quanto poi a occuparsi di quello di cui ci si deve occupare: Io non sono per l’improvvisazione politica”. Parole che richiamano la volontà di non sbagliare per non ripetere quanto accaduto nelle recenti elezioni a Roma, quando un centrodestra diviso ha lasciato che Giorgia Meloni, l’unica in grado di contrastare Virginia Raggi, non arrivasse neanche al ballottaggio.

Per questa candidatura il derby è tutto tra Forza Italia e Fdi, dato che nel Lazio la Lega non tocca palla. Berlusconi ci aveva fatto un pensiero, salvo poi farsi convincere da Antonio Tajani (specializzato in poltrone ma soprattutto in sconfitte elettorali) a deviare su altri. La candidata preferita dal Cavaliere è Luisa Todini, ma non è detto che poi il nome sia quello. Anche Fdi si è defilata: tra gli ex An si preferirebbe un politico puro e ambizioni in tal senso sono nutrite da Fabio Rampelli, uomo forte a Roma con truppe dislocate anche nel resto del territorio. Pirozzi candidato governatore, dunque, non ha trovato il sostegno nemmeno di Giorgia Meloni. Così, l’unico a tendergli la mano è stato Matteo Salvini. Che ieri, fresco del buon risultato ottenuto sul referendum autonomista, è calato a Roma per presentare il libro del sindaco di Amatrice.

https://youtu.be/3gwKez-FYEA