BESTIARIO CITTADINO

Gli animali, sono spesso più saggi di noi umani e sono in grado d’insegnarci qualcosa, posto che, nella nostra superbia di esseri sedicenti superiori, abbiamo l’umiltà di osservarli con attenzione. Essi sono nati liberi, alcuni di loro hanno rinunciato a questa loro condizione naturale per collaborare con noi, in cambio di protezione, ricovero e cibo, in questa parabola esistenziale possiamo rispecchiare anche il nostro percorso di esseri liberi, che abbiamo cercato una guida nei nostri governanti e come gli animali stiamo invece ricevendo costante contrazioni dei diritti individuali, povertà crescente e caos sempre meno gestibile.

 

   Nella non del tutto vituperabile prima repubblica esistevano i famosi cavalli di razza, che la Democrazia Cristiana individuava in giovani promettenti, tra le ACLI, le Università, le Parrocchie e previa frequentazione della Scuola Politica della Camilluccia, li avviava a responsabilità istituzionali, dove venivano valutati attraverso un “cursus honorum” progressivo e piuttosto lungo. Similmente avveniva nel defunto partito comunista, con la differenza che la scuola era alle Frattocchie, ma il percorso selettivo era identico. L’intento era duplice e conteneva un sano buonsenso, formare futuri leader politici, che avrebbero contribuito alle fortune dei partiti di appartenenza, ma anche saputo gestire con capacità gli incarichi istituzionali che sarebbero loro stati attribuiti, perché l’interesse verso il Paese era considerato imprescindibile agli interessi di parte.

 

   Di fatto, in quell’epoca, che parte da un paese distrutto da una guerra la quale, parafrasando il duo sanremese Meta/Moro, non esitiamo a definire stupida e arriva alla “Milano da bere” di epoca craxiana, l’Italia  progredì, il benessere era percepibile, le prospettive di emancipazione sociale credibili, soprattutto, lasciatemelo dire senza tema di smentita, forse c’erano ministri disonesti ma certamente non stupidi, non palesemente inadeguati, non platealmente incompetenti e vivaddio, quando entravano in Parlamento, un luogo sacro, che io e tutti noi dovremmo ritenere tale, almeno una cravatta la indossavano e il passeggino con il bebè lo lasciavano a casa, affidato alle cure delle nonne, delle zie o delle tate, se potevano permetterselo e non veniva esibito ai flash dei fotografi per ingannare la credulità di un pubblico ritenuto beota.

 

   Scendendo dai rami, anche la nostra Viterbo ha il suo bestiario cittadino, di polli che si credono aquile, di ragazzini avviati sconsideratamente alla politica in età in cui avrebbero dovuto cercarsi un lavoro e ora pretendono di essere mantenuti a vita a spese dei cittadini, di perdenti di successo con famiglia a carico che festeggiano sconfitte o signorine che si dichiarano, bontà loro, pronte a governarci, solo in virtù di un ego fuori controllo.

 

   Ancora, abbiamo politici di peso ponderale crescente, inversamente proporzionale alla diminuzione esponenziale dei loro consensi, che invocano una pluralità democratica basata sulla sgangherata teoria che quando vincono prendono tutto loro e quando perdono devono essere associati alla vittoria altrui e indennizzati con poltrone, ovviamente extra size, considerata la mole dei loro lombi.

 

   La confusione cresce con cappuccioni che abbracciano tonache, dimentichi della scomunica che queste hanno loro comminato e ribadita in tempi recenti dalle massime gerarchie vaticane, certamente con una faccia tosta stupefacente. E via con politici trasformati in imprenditori con bilanci fantasiosi come le loro attività, ora diventati trasformisti dediti a transumanze infinite, che somigliano a capriole spericolate, destri che complottano con sinistri, contro passati sodali ora colpevoli di avere vinto, sorvolando su sonore bocciature, di cui si dichiarano sempre incolpevoli, preferendo scaricare la responsabilità su complotti catto comunisti plutocratici imperial sionistici….

 

   Facciamola finita, è pur vero che molti di loro “so’ ragazzi”, come direbbe colui che ama indossare scarponi, ma alcuni di questi hanno, come me, purtroppo, qualche ruga e qualche capello bianco di troppo, che invece di generare saggezza, produce livore, ma rimane il fatto che le Istituzioni non sono il parco giochi per fanciulli e fanciulle sciocchi, bensì il luogo dove persone, prima di tutto competenti e poi oneste, dovrebbero perseguire interessi generali e il bene comune.

 

   Escano fuori dall’erba alta, dove sono furbescamente acquattate, in attesa del momento propizio, le esperte linci maestre di tattica, si propongano al giudizio dei cittadini, si mettano in gioco, perché il tempo stringe e se aspettano ancora, la partita sarà finita prima ancora che loro lascino i nascondigli.

 

   Infine, io, sono come qualcuno dice, un reperto della storia politica che, senza rancore alcuno, aveva appeso le scarpette al chiodo, sperando di avere fatto qualcosa di buono per la mia città. Come il ben più famoso Amato, negli anni della pensione politica, ho studiato e mi sono dedicata agli amati animali, ho curato la mia famiglia, ma ho sempre seguito le vicende cittadine e nazionali, perché anche se non si è protagonisti, non si può essere avulsi e la coscienza sociale deve battere forte, sempre, dentro ognuno di noi.

 

   Al richiamo di un ideale, senza alcuna speranza di dividendi, ho risposto con coraggio o magari incoscienza, come dicono i non molti che mi vogliono bene e ho sentito ancora l’affetto della gente comune, mi sono sentita persona perbene, tra persone perbene e questo è ciò che sono e voglio essere.

 

   Il mio cuore però batte a destra, questo è noto, una destra liberale, riformista, attenta alle libertà individuali, alle esigenze degli ultimi e delle periferie, che crede che umani e animali siano uniti da un comune destino. In questa ottica, se la mia persona e la mia esperienza saranno ritenute utili, le metterò a disposizione, ma solo di un progetto che deve vedere il centro destra unito, come condizione imprescindibile perché possa essere vincente, che non imbarcherà politici alla Verdini o abili montatori su carri vincenti, che non farà accordi mostruosi generando pateracchi insensati, dai quali ho sempre preso le distanze, magari a mio danno personale, ma preservando la mia coscienza.

 

   Questa sono io, nel poco bene e nel molto male, combatto solo se credo, non amo i mercenari e i voltagabbana, riconosco e rifiuto i cavalli di Troia, non sono furba, ma neanche “scendo dalla montagna con la piena”, sicuramente nessuno mi usa e come Cincinnato ho comunque un campetto a cui dedicarmi. La domenica delle Palme sta finendo, abbiamo ancora una possibile Pasqua della Resurrezione.

 

                                                    Antonella Bruni